Nonostante la crisi e un sistema creditizio che non aiuta, la distribuzione automatica cresce ancora. Lo rivelano le analisi di Confida, l’associazione di settore. Nel 2013 il comparto si è confermato in buono stato di salute, come attestano i numeri: oltre 2,6 miliardi di euro di fatturato, con un incremento intorno all’1% rispetto all’anno precedente; l’80% delle imprese genera margini positivi e il tasso di occupazione è in aumento, con la forza lavoro che si è attestata attorno ai 30 mila addetti suddivisi nella filiera tra chi produce macchine, sistemi di pagamento, prodotti e accessori e le imprese che installano e gestiscono le apparecchiature presso l’utenza. Sono proprio queste ultime che nel 2013 hanno fatto da traino per l’intero comparto e che, nonostante il calo delle consumazioni (-1,14%), sono state in grado di recuperare, come detto, in termini di giro d’affari (+1,09).
Più in dettaglio, il caffè rimane il prodotto più venduto attraverso i distributori automatici, e, insieme alle altre bevande calde, ha visto lievitare i propri consumi anche nel 2013 (+2,19%). Nel comparto degli snack, stabili nel complesso, cresce la preferenze per gli snack salati rispetto a quelli dolci. La scommessa sulla qualità di prodotti e servizi e il suo riconoscimento da parte del consumatore hanno permesso dunque di compensare il calo delle erogazioni dei distributori automatici con un miglior posizionamento di prezzo, attestato mediamente in un +2,26%. L’unico neo riguarda la situazione nella componente industriale della filiera del vending (produttori di macchine): anche nel 2013 hanno evidenziato una certa sofferenza (-6% del fatturato e occupazione in calo).
“Il vending è un settore che tiene solo grazie alle risorse interne del sistema. È però sempre più difficile investire in un contesto economico che si complica giorno per giorno” ha detto Lucio Pinetti, presidente di Confida.