Una timida ripresa: se in termini assoluti sale ancora la disoccupazione, cala però il tasso di inattività che scende al 35,9%, pari a 14,1 milioni di persone. In soldoni, secondo l’Istat, il numero degli inattivi, cioè di coloro che non lavorano nè cercano occupazione, diminuisce perché aumenta quello di chi ricerca un impiego. Questi ultimi finiscono sia tra gli occupati che tra i disoccupati e spiegano la crescita della disoccupazione, che a settembre è tornata a salire dal 12,3% di agosto al 12,6%. Risultato: in qualche modo si può leggere in maniera positiva il record di 3,236 milioni disoccupati (60mila in più su base annua).
Sull’onda di una interpretazione che vede il bicchiere mezzo pieno il commento del ministro del Lavoro Poletti: “I numeri di oggi fanno ben sperare”, ha detto, riferendosi agli 82mila posti di lavoro in più di settembre rispetto ad agosto. Non solo: su base annua, coloro che hanno un lavoro sono aumentati di 130mila unità, raggiungendo quota 22,457 milioni. Numeri che consentono al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, di affermare a sua volta: “L’occupazione è aumentata”.
E tra i dati positivi si deve anche registrare il calo della disoccupazione giovanile, che, pur tra le più alte d’Europa, diminuisce al 42,9% (il che equivale a 698mila senza lavoro under24).
Nel dettaglio, a settembre 2014 gli occupati erano 22 milioni e 457 mila: è il livello più alto dal maggio 2013. Il tasso di occupazione è dunque pari al 55,9%, in crescita dello 0,2% a livello congiunturale e di 0,5 punti percentuali rispetto al settembre di un anno fa. E ancora: il numero degli individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,9% rispetto al mese precedente e del 2,1% rispetto a settembre del 2013. Il tasso di inattività, come detto pari al 35,9% cala a sua volta dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,7 su base annua.