Italia fa rima con cibo ai quattro angoli del globo. A stabilire tale primato è il Country Brand Index Score di Future brand, secondo cui il Belpaese è il primo stato al mondo riconosciuto e identificato come “marchio alimentare”, quasi che si tratti di un sinonimo insomma.
Peraltro, il primato del made in Italy poggia su solide basi: il settore agro-alimentare pesa per l’8,7% sul Pil nazionale, valore che sale al 13,9% considerando l’indotto. Non solo: occupa 3,3 milioni di addetti (pari al 13,2% della forza lavoro) e produce un export di 27 miliardi di euro.
Il successo dell’agroalimentare non è solo estero. Lo stato di salute invidiabile del comparto è testimoniato anche da un altro dato, stavolta tutto italiano, emerso da una recente ricerca Coldiretti/Censis: uno studente su quattro scommette su una prospettiva di lavoro futuro nel settore agricolo e gastronomico.
Corollario: complici o no le trasmissioni tivù infarcite di chef più o meno noti, lievitano le iscrizioni agli istituti alberghieri italiani: sono salite al 9,3% del totale di quelle al 1° anno delle scuole superiori, dietro al solo liceo scientifico.