Ricavi stabilizzati a 3,93 miliardi di euro nel 2014 per Autogrill, in calo dello 0,9%, e una marginalità praticamente ferma a 316 milioni (+1,6%) mentre gli utili lievitano da 8 a 37 milioni, come conseguenza della riduzione degli investimenti. È cresciuto invece dell’1,2% l’Ebitda consolidato, salito a 316,2 milioni di euro: era stato pari a 314 milioni nel 2013 (+5,9% al netto del Ramo US Retail ceduto e degli oneri e proventi non ricorrenti).
Anno di transizione quello che si è chiuso il 31 dicembre scorso per la corazzata italiana del people on the move, il primo dopo il distacco definitivo di World Duty Free, che invece prosegue bene la sua corsa, tanto da essere, secondo rumors che si susseguono sui mercati, nel mirino del fondo sovrano Qatar Holding, che pare stia cercando di costituire un consorzio per acquisire il controllo della società posseduta dalla Edizione della famiglia Benetton.
I ricavi per Autogrill sono invece in lieve calo, risultato di business che vanno a velocità diverse. L’America, infatti, va benino, con un +2% mentre i Paesi esteri in generale crescono a ritmi decisamente sostenuti: +26%. È ancora l’Italia invece a rovinare la festa, registrando un calo secco dell’8%. Il debito è comunque superato, grazie a un rifinanziamento di 600 milioni di euro deciso nei giorni scorsi, articolato in una linea term amortizing ed una linea revolving, rispettivamente di 200 milioni di euro e 400 milioni di euro, entrambe con scadenza a marzo 2020. Il finanziamento sarà utilizzato per rimborsare anticipatamente le revolving credit facilities in scadenza nel luglio 2016 e finanziare gli investimenti. Uno dei più rilevanti è il nuovo Mercato del Duomo, a Milano, il cui opening, a ridosso dell’inizio di Expo, è imminente, a fronte di una spesa di 15 milioni di euro.
Insomma, l’anello debole della rete Autogrill rimane il paese d’origine, come ha spiegato l’amministratore delegato della multinazionale, Gianmario Tondato da Ruos: “La società si è aggiudicata importanti contratti negli aeroporti del Nord Europa, Asia e Medio Oriente e consolidato la posizione negli Stati Uniti. In Italia, dove permane una situazione di difficoltà, Autogrill ha avviato con la stagione dei rinnovi dello scorso anno il ridisegno della presenza nel canale autostradale”.
Proprio in questo canale, il problema è legato al costo delle concessioni: in Italia rappresentano il 18% del fatturato per singolo punto vendita contro una media nel resto del mondo sotto al 10%. A complicare le cose è anche la densità di location lungo le arterie a scorrimento veloce dello Stivale: un’area di servizio ogni 25 km contro i 50 km della media europea. Se non si arriverà presto ad adottare misure che possano contrastare gli effetti della crisi sulle autostrade italiane, il Gruppo, sempre per bocca del suo Ad, è pronto a uscire da un business storico nel novero della sua variegata e pluridecennale attività.
Intanto, l’outlook per il 2015 vede per il Gruppo, nelle prime 9 settimane dell’anno, vendite in crescita dell’1% (+9,8% a cambi correnti) rispetto allo stesso periodo del 2014.