In un mercato che mostra segni di affaticamento, le “burger wars”, le guerre commerciali tra i leader mondiali del fast food, si spostano in scenari inediti. È di questi giorni infatti la notizia secondo cui Burger King punterà a breve sull’Africa per accrescere la sua catena di ristoranti, attualmente attestata a quota 13mila location. La catena di fast food americana, recentemente salita agli onori della cronaca per la fusione con la rete di caffetterie a marchio Tim Hortons, ha annunciato nei giorni scorsi la sua intenzione di ampliare la sua presenza nel Continente Nero, dove è già presente in Egitto (2007), Marocco (2011) e Sud Africa (a Città del Capo dal 2013), con circa 60 locali. Ebbene, a queste tre nazioni starebbero per aggiungersene altre: secondo quanto riferito da Jaye Sinclair, ai vertici di Burger King in Sud Africa, il whopper sta per arrivare in Zambia, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia e Mauritius. L’intenzione è quella di aprire nuovi locali nei paesi sotto il Sahara a cavallo tra 2015 e 2016. Tutto dipenderà alla velocità dei produttori e dei distributori. Si comincerà con grosse unità drive-through, per l’utenza con automobili, che sarebbero poi seguiti da locali più piccoli.
Ma non è solo BK ha manifestare interessa per l’area: anche McDonald’s avrebbe intenzioni simili, mentre Pizza Hut starebbe per alzare le saracinesche di nuovi locali in Zambia e Angola, già entro la prima metà del 2015.
Ma cosa c’è alla base di questo interesse per un’area sempre più promettente per numerosi business che sinora l’avevano evitato? Sicuramente il numero crescente di nuclei famigliari appartenenti alla classe media, triplicati dal 2010 a oggi nonché, nel caso specifico, la contrazione delle vendite dei colossi del panino espresso in patria e su altri scenari più maturi.