Passa per la colazione al bar l’uscita dalla crisi. Più che i dati macroeconomici, infatti, sono i piccoli indicatori dei consumi degli italiani a dirci che forse, facendo gli scongiuri, il peggio è davvero alle spalle, come sempre più concordanti e numerosi studi, statistiche e ricerche evidenziano.
Se un indizio è solo un indizio, due indizi solo due indizi, tre, come vuole una massima della criminologia, fanno anche stavolta una prova.
E allora, dopo Federalbeghi che registra come gli italiani stiano tornando a prenotare alberghi in Italia (non è un boom ma una tendenza costante, tanto più significativa perché riguarda il target più colpito dalla crisi) e i numeri che parlano di una ripresa della richiesta e della concessioni di mutui per l’acquisto della casa nel 2014 e 2015 (per la verità era un valore già in crescita nel 2013, ma non era difficile dato che si arrivava dal tracollo del 41% del 2012), ecco due dati, in apparenza paradossali, sui consumi casalinghi.
Nel primo caso si deve partire dai supermercati Conad, dove, come rilevato da Nielsen, si è contratto l’acquisto di biscotti per la prima colazione. Sintomo di una nuova rinuncia? Errato: segnale di una preferenza: quella per la colazione “cornetto e cappuccino” al bar. E ancora: Coop ha osservato un calo nell’acquisto di zucchero e farina negli store del sud: zone massimamente afflitte dalla debacle generale dell’economia ma anche quelle in cui più radicata è l’abitudine a fare biscotti e pane in casa, tradizione che fa pur sempre risparmiare qualche soldo. Ebbene, anche qui, una più approfondita analisi di un trend apparentemente negativo, rivela il ritorno al consumo fuori dalle mura di casa al mattino, che si era in parte persa negli ultimi anni.