Da settembre i pazienti del Policlinico di Milano consumeranno i cibi prodotti nelle cascine della Fondazione Sviluppo.
È cosa fatta la svolta verde per il nosocomio meneghino, con latte e riso a Km 0 destinati dapprima ai ricoverati e al personale che usufruisce del servizio di ristorazione interno e quindi, entro la fine dell’anno, agli scaffali dei negozi biologici, con tanto di etichetta targata Policlinico.
Il progetto si chiama “Filiera corta Cà Granda”, ed è il primo condotto dalla fondazione, ente di diritto privato costituito nei mesi scorsi dal presidente dell’ospedale, Giancarlo Cesana, per la gestione del patrimonio rurale accumulato dal Policlinico dal 1456 in poi, grazie a lasciti e donazioni: 8.500 ettari, che rende l’ospedale il maggior proprietario terriero della Lombardia. Sono un centinaio le cascine presenti in questi terreni, a lungo trascurati. Adesso 12, distribuite su 2mila ettari nella zona di Abbiategrasso, saranno coinvolte nel progetto della filiera corta, finanziato dalla Fondazione Cariplo (45mila euro) e dalla Regione Lombardia (44mila), in collaborazione con il Parco della Valle del Ticino e dell’Università Statale. I ricercatori di quest’ultima stanno analizzando il riso e il latte, per valutarne la salubrità e individuarne il valore nutrizionale. Quindi, prima e dopo i pasti, i pazienti che li consumano sono sottoposti a misurazioni della glicemia e dell’insulina, per verificare se i due alimenti a Km 0 possono aiutare a prevenire diabete e patologie del fegato.