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Outsourcing-—-The-Best-Option-to-Grow-Online-BusinessDopo l’inattesa crescita di giugno, netto calo dell’inflazione a luglio, attestatosi al 12%, 0,5 punti percentuali in meno rispetto al mese di giugno e 0,9 punti su anno. È il livello più basso da due anni (luglio 2013). Sale quindi il numero degli occupati, 44mila in più rispetto al mese precedente e 235mila nell’anno. Forte la riduzione dei senza lavoro anche tra i giovani: i disoccupati sono il 40,5%, 2,5 punti percentuali in meno rispetto al mese precedente.

Più in dettaglio, dopo il calo di maggio (-0,2%) e la lieve crescita di giugno (+0,1% rivisto), a luglio 2015 la stima degli occupati cresce ancora dello 0,2% (+44 mila appunto). Il tasso di occupazione aumenta nel mese di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,3%. Nell’anno l’occupazione cresce dell’1,1% (+235 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,7 punti. Sono i numeri dell‘Istat, che stima il numero dei disoccupati in calo del 4,4% su base mensile, con una riduzione di 143mila unità. “Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 6,6% (-217 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 0,9 punti”, si legge nel comunicato dell’istituto di statistica.

I dati arrivano al termine di un periodo di forti polemiche legate ai numeri del Ministero del Lavoro riguardanti l’attivazione e la cessazione di nuovi contratti, come noto nell’occhio del ciclone a causa di “errori tecnici” con i quali sono stati diffusi e le successive modifiche. Il tutto in un quadro di numeri contrastanti provenienti da fonti diverse, che non aiuta a dare un giudizio definitivo e chiaro sul provvedimento che alcuni ritengono protagonista della ripresa dell’occupazione rispetto ad altri che ne criticano sia l’impianto che i risultati. Si tratta naturalmente del Jobs Act.

E le notizie positive non finiscono qui: l’Istat ha rivisto al rialzo l’andamento del Prodotto  Interno Lordo nei primi due trimestri dell’anno. Mel primo periodo si passa da +0,3 a +0,4%, nel secondo la stima passa da +0,2 a +0,3%. Risulta dunque più vicino l’obiettivo del governo di crescere dello 0,7% nel 2015.

 

 

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