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Mise, ok al cumulo dei buoni pasto (che cambia il mercato)
I lavoratori potranno cumulare i buoni pasto alla cassa dei supermercati o dei bar: il Ministero dello Sviluppo economico ha preparato un decreto regolamentare per disciplinare l’utilizzo dei sostituti di mensa, passaggio tecnico previsto dall’articolo 144 del nuovo Codice degli appalti, che norma i contratti pubblici. Ebbene, i titolari di buoni pasto potranno staccarne o strisciarne (per le versioni elettroniche) fino a dieci contemporaneamente. Prima di arrivare alla stesura definitiva, il dicastero ha chiesto il parere di Anac e Consiglio di Stato: da entrambi è arrivato un sostanziale via libera, al di là di qualche piccola richiesta di modifica che potrebbe esser accolta dal ministero. Si tratta con ogni evidenza di un ulteriore passo verso lo snaturamento di questo strumento, caldeggiato dalla grande distribuzione organizzata ma con effetti negativi per bar e ristoranti. Un portato manco a dirlo della nuova realtà economica plasmata dalla Grande Crisi e dalla difficile uscita al tunnel che si profila per fortuna all’orizzonte per l’Italia (nonostante una crescita ben più modesta di quella media dell’Ue), che negli ultimi anni ha portato parecchi lavoratori a utilizzare questo strumento di pagamento del pasto come “salario accessorio”. A tale riguardo, il Consiglio di Stato suggerisce di correggere il limite dei buoni cumulabili per evitare “effetti non propriamente neutri sulle diverse categorie di esercizi” e rischi derivanti dallo “snaturamento delle caratteristiche del buono pasto”, che deve rimanere un titolo “rappresentativo del servizio sostitutivo di mensa” e non può essere usato come “una sorta di buono spesa universale e surrogato del danaro contante”.