Forte dell’accordo con il colosso del Kuwait Alshaya che prevede (almeno) 35 tagli nastro in MO nei prossimi 7 anni e di un fatturato in crescita dell’11%, Massimo Innocenti, patron di Spontini Holding, ha parlato del futuro della sua creatura.
Il gruppo milanese da lui fondato e diretto, forte di 24 pizzerie aperte (8 in franchising), ha chiuso il 2017 con vendite pari a 23,5 milioni di euro. Sull’onda della spinta allo sviluppo che verrà impressa nei prossimi anni grazie all’accordo di espansione in Medio Oriente sottoscritto con M.H. Alshaya Co., gigante che opera in franchising con oltre 80 marchi in tutto il mondo, l’imprenditore ha anche smentito i rumors che lo vorrebbero tentato ad accettare la corte di uno dei fondi che stanno bussando alla porta del quartier generale della società, in zona Porta Romana.
Se son rose…
Naturalmente, nessuno può escludere che un giorno potrà tornare utile l’apporto di capitali freschi di qualche equity per crescere ulteriormente, ma le prospettive di breve e medio periodo si fondano sulla solidità dei numeri e sulle 5 aperture realizzate nel 2017: a Bergamo Alta e Centro, ad Assago (nel CC Mirafiori), a Como e presso la Stazione Centrale di Milano con Grandistazioni, opening che ha segnato il debutto nel travel retail del marchio, cui farà seguito l’imminente inaugurazione presso Malpensa, nel Termina 1 Area Extra Shengen, Satellite B, preludio allo sviluppo in questo canale in partnership con MyChef/Areas Italia. A stretto giro sarà poi la volta del taglio nastro di Venezia, con un negozio in Strada Nova, zona Cannaregio, in pieno centro storico, la prima pizzeria Spontini del Veneto.
Ma il fiore all’occhiello del 2017 è appunto l’accordo con la costola commerciale del gruppo Alshaya, fondato in Kuwait nel 1890 e attivo in numerosi settori (real estate, automobili, alberghi e investimenti) oltre a quello del retail, dove in particolare fattura 5,5 miliardi di dollari, gestisce 35mila location e ha 50mila addetti, operando con marchi del calibro di Starbucks, H&M, Mothercare, Debenhams, American Eagle Outfitters, P.F. Chang’s, The Cheesecake Factory, Victoria’s Secret, Boots, Pottery Barn e KidZania.
Il primo ristorante mediorientale a marchio Spontini sarà inaugurato in Kuwait nell’agosto 2018, presso l’Avenues Mall, un gigante da 48 milioni di ingressi all’anno per 800 negozi (e altri 200 apriranno in futuro). Seguiranno, secondo quanto stabilito nell’accordo sottoscritto alla fine del 2017, almeno – come ha sottolineato Innocenti non ponendo limiti a una potenziale evoluzione delle previsioni minime dell’accordo – altri 33 tagli nastro da qui al 2025 in numerosi paesi dall’aera: oltre a Kuwait e Emirati Arabi Uniti, Baharein, Omani, Quatar, Arabia Saudita, Libano, Giordania, e, nella seconda e terza fase dello sviluppo, Nord Africa, Turchia e Russia. Si tratta in questo caso sempre di locali in franchising, dei quali la casa madre italiana percepirà “la fee di ingresso in occasione di ogni apertura e delle royalties sul fatturato netto di ogni ristorante”.
Milan, col coeur in man
“Porteremo la pizza made in Milano in tutto il Medio Oriente”, ha commentato Innocenti. “Sono orgoglioso di essere nato e cresciuto in questa città e di accompagnare nel mondo il marchio che ho sviluppato negli ultimi 10 anni”.
Oggi i locali della catena servono qualcosa come 4.194.419 tranci utilizzando 266.928 kg di pomodori, 317.534 kg di mozzarella e 460.481 kg di farina, realizzati dai pizzaioli formati presso la Spontini Factory di viale Monza a Milano: è qui che si insegna loro a preparare, accanto alle classiche versioni margherita e con l’acciuga, le cosiddette pizze “speciali”, che sono andate ad ampliare l’offerta dell’insegna, tutte prodotte nelle varie location della catena con ingredienti freschi (i pomodori forniti dall’azienda Carlo Manzella & C. di Piacenza, la mozzarella del Caseificio Caprice sulle colline di Verzi, nel pavese, la farina Molini Certosa prodotta usando grani italiani delle province di Pavia, Alessandria e Novara) mentre nel centro si producono lasagne e tiramisù distribuiti in tutte le pizzerie.
Varia la composizione etnica del personale del Gruppo, 307 persone di cui il 30% stranieri provenienti dai quattro angoli del globo, alcuni sono rifugiati formati e poi inseriti nell’organico.
“Perché la solidarietà non si dimostra dando un euro la lavavetri al semaforo o al senza tetto all’angolo di casa ma compiendo azioni concrete”, ha scandito l’imprenditore, la cui società dal 2013 è vicina a diverse associazioni del territorio e si rende protagonista di iniziative a tutela di famiglie disagiate, minori vittime di abusi e senzatetto.
“Sono convinto che per avere successo sono necessarie due qualità: l’abilità e la fortuna”: se la prima è stata ampiamente dimostrata da Innocenti, circa il secondo ingrediente del successo il nostro ci ha tenuto a concludere così la conferenza stampa: “Di fortuna ne abbiamo avuta tanta e penso sia giusto restituirla e condividerla con chi ha bisogno”.
Massimo Andreis