In un mercato della ristorazione globale che ha raggiunto un valore 2.210 miliardi euro nel 2016, con l’area Asia-Pacific che copre il 46% del totale e il canale full service restaurant (ristoranti con servizio più o meno completo al tavolo) che pesa per il 52%, nel mondo la cucina italiana ha generato un volume d’affari stimato pari a 209 miliardi di euro, dei quali ben 60 sono riferibili alla Cina e 56 agli Stati Uniti.
Sono numeri emersi da una ricerca commissionata a Deloitte dalla scuola internazionale di cucina italiana Alma.
Nello studio che ne è scaturito intitolato “La ristorazione italiana nel mondo. Trend e impresa nel mercato internazionale”, presentato presso il Centro Congressi di Fico Eataly World a Bologna, la cucina tricolore risulta la seconda per quota di mercato a livello globale dopo quella cinese (13%), mostrando una penetrazione più elevata in termini di numero di transazioni in Usa (15%), Regno Unito (15%), Brasile (13%) e India (13%). E non è tutto: secondo il giudizio degli esperti di settore, l’appeal delle proposte enogastronomiche del Belpaese ai quattro angoli del globo è previsto “in forte crescita” nei prossimi anni.