Dopo cinque anni di battaglie giudiziarie sulla vexata quaestio del “panino da casa”, il contenzioso che vede scontrarsi alcuni genitori (quelli di Torino in primis, da cui nel 2014 è partita la battaglia) con comuni italiani e Miur, sarà dipanato in via definitiva dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione.
Collegio che sarà chiamato a decidere “se sia configurabile un diritto soggettivo perfetto dei genitori degli alunni delle scuole elementari e medie, eventualmente quale espressione di una libertà personale inviolabile, il cui accertamento sia suscettibile di ottemperanza, di scegliere per i propri figli tra la refezione scolastica e il pasto portato da casa o confezionato autonomamente e di consumarlo nei locali della scuola e comunque nell’orario destinato alla refezione scolastica, alla luce della normativa di settore e dei principi costituzionali, in tema di diritto all’istruzione, all’educazione dei figli e all’autodeterminazione individuale, in relazione alle scelte alimentari”.