Anac ha messo sotto inchiesta il bando del 2018 della giunta Appendino relativo alla ristorazione scolastica, allo scopo di “valutare la conformità della procedura che seppur apparentemente strutturata sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa si è dimostrata una gara al massimo ribasso”, come si legge nella lettera che l’Autorità anticorruzione ha inviato al Comune di Torino.
A provocare l’intervento dell’ufficio guidato da Raffaele Cantone l’esposto presentato contro il “caro mensa” da un gruppo di genitori torinesi, che aveva sollevato dubbi circa la correttezza del procedimento scaturito nell’assegnazione di una appalto del valore di 95 milioni di euro.
Secondo la denuncia, quelli offerti dalle ditte che hanno vinto la commessa sono cibi costosi ma di scarsa qualità, che hanno permesso loro di ottenere punteggi elevati, in grado di far raggiungere la soglia dei 70 punti prevista dal capitolato. Una procedura che, a detta dei denuncianti, sarebbe in contrasto con il nuovo Codice degli appalti, che proibisce questo tipo di azione.
Qualora al termine dell’indagine venisse rilevata qualche infrazione, la soluzione sarebbe quella di annullare l’esito della gara.