“Nel corso della storia ci sono state tante epidemie che hanno fatto milioni di vittime nonostante la società avesse scarsa mobilità: oggi a maggior ragione occorre rispettare le misure di contenimento”, così Piero Angela durante la chiacchierata con il giornalista Luca Pinzi, subito dopo aver ricevuto il premio Fuoriclasse 2019 a Vezzola, in provincia di Treviso. Il riconoscimento, istituito nel 2000 per iniziativa dell’imprenditore dei distillati Roberto Castagner, nasce per sottolineare l’attività di uomini e donne “che per capacità, volontà e passione riescono a raggiungere nuovi traguardi nel campo dell’innovazione del prodotto, dello spettacolo, dello sport, della scienza, della cultura e della solidarietà, arricchendo così l’intera società”.
Sempre sul pezzo
Mai come quest’anno la scelta è stata non solo fondata sul merito del premiato ma – involontariamente – provvidenziale: il 91enne giornalista piemontese, infatti, annovera nel ponderoso curriculum di divulgatore che ne fa il padre e il decano del giornalismo scientifico italiano, anche la prefazione del libro di Barbara Gallavotti intitolato Le grandi epidemia, come difendersi, pubblicato un paio di anni fa. Parlando della “peste manzoniana” (mai come oggi attuale, non foss’altro per lo scatenarsi della caccia all’untore, più che cercandolo nel vicino come ai tempi de I Promessi Sposi, nella ricerca sulla stampa mondiale del Paese responsabile della diffusione del contagio dalla Cina a livello internazionale, con l’Italia messa sul banco degli imputati da molti mass media stranieri, tralasciando di sottolineare come forse il primo contagiato/re del Vecchio Continente sia stato un tedesco…) e poi della “spagnola” che uccise milioni di persone durante e soprattutto dopo la Prima guerra mondiale, Angela, davanti ai quasi 300 invitati presenti alla cena di gala durante la quale è stato premiato, ha ricordato come anche la madre si fosse a quel tempo ammalata, uscendone però indenne. Di qui la necessità di rispettare le prime misure di contenimento, che al momento della premiazione, alla fine di febbraio, erano state adottate dal Governo italiano, sulla scorta di quanto fatto in Cina, dove provvedimenti assai più draconiani, secondo il giornalista “hanno probabilmente arginato la diffusione dell’epidemia e che in altri Paesi non si sarebbero potute prendere”.
Il premiato
L’ennesima riprova di come la scelta del premiato sia stata anche involontariamente la migliore in questo momento storico: Piero Angela ha infatti dimostrato ancora una volta di “saper distillare la complessità della scienza nella semplicità della narrazione, attraverso un linguaggio televisivo inedito, vocato alla bellezza della scienza. Un vero fuoriclasse anche per la sua innata curiosità che lo rende fonte inesauribile di stimoli e di insegnamenti, per tutti, da decenni”, come ha commentato Roberto Castagner, prima che l’ennesima standing ovation dei presenti rendesse ancora omaggio al giornalista, al termine della lunga e a tratti commovente intervista. Una mezz’ora di domande ricordi e aneddoti, nel corso della quale Piero Angela ha rievocato la sua passione e il suo passato da pianista di musica jazz, precedente e prodromica, per il susseguirsi di alcuni eventi del tutto fortuiti, all’ingresso in Rai, alle straordinarie esperienze vissute come corrispondente all’estero (da Bruxelles e da Parigi, durante il maggio del ’68, quando all’affascinante ma vacuo slogan “la fantasia al potere” scritto sui muri della Ville Lumiere, lui avrebbe contrapposto il ben più proficuo “la creatività al potere”, da sempre sostenitore qual è proprio della forza propulsiva della creatività fattiva) prima di diventare il primo conduttore del Tg2 nel 1976 e quindi il papà di Quark e di tutti gli spin off della fortunata formula televisiva, che ha spiegato la scienza a milioni di italiani a partire dagli anni 80.
“È stato l’incontro con persone straordinarie che mi ha permesso di diventare sempre più curioso, e mi ha spinto ad amare la scienza – ovvero andare alla scoperta di tutto ciò che la mente umana sa fare”, ha aggiunto Piero Angela, che ha poi reso omaggio al suo ospite: “Fa parte dei grandi imprenditori italiani: da decenni porta avanti un’impresa grazie a precisione, ottimismo e tenacia”.
Il premiatore e il premio
Un tributo all’imprenditore trevigiano che della grappa ha fatto un piccolo impero: la distilleria Castagner Acquaviti è una delle più grandi d’Italia, si estende su 53.000 mq e impiega oltre 40 collaboratori tra tecnici, affinatori, addetti.
Venti anni fa Castagner è stato tra i primi in Italia a investire in una barricaia che conta oggi 2600 barriques. Tra i grandi successi della distilleria, il cui motto è “Abbiamo un impegno di qualità e di lealtà nei confronti del consumatore”, c’è la linea Fuoriclasse Leon dove gli invecchiamenti vanno da un minimo di 3 fino a 20 anni. L’ultima nata invece, battezzata Casta, pensata per la mixology, rappresenta la sfida della grappa al mondo del gin.
Tra gli awards ricevuti quest’anno troviamo i 5 Grappoli di Bibenda 2020 per la Grappa Fuoriclasse Leon Riserva 20 Anni, la Grappa Fuoriclasse Leon Riserva 14 Anni, la Grappa Fuoriclasse Leon Riserva 7 Anni, la Grappa Fuoriclasse Leon Riserva 3 Anni e la Grappa Fuoriclasse Leon Riserva Amarone; senza dimenticare la nomina tra le 100 Eccellenze Italiane di Forbes.
Giunto alla dodicesima edizione, il Premio Fuoriclasse è stato precedentemente assegnato a Vittorio Feltri, Claudio Lippi, Virna Lisi, Carlo Rubbia, Alberto Bauli, Anna Fendi, Red Canzian, Bruno Vespa, Arrigo Cipriani, Andrea Bocelli, Federica Pellegrini e a molti personaggi insigniti con la nomina ad honorem.
Tra i premiati delle precedenti edizioni hanno presenziato alla cena di gala anche la stilista Anna Fendi (Fuoriclasse 2013) e il cantante Red Canzian (Fuoriclasse 2014).
La Giuria è composta da 42 Fuoriclasse ad honorem e da un comitato selezionato che ogni anno definisce il settore e l’ambito all’interno dei quali dovrà ricadere la scelta del personaggio che diventerà il Premio Fuoriclasse dell’anno.
I giurati e fuoriclasse ad Honorem presenti alla serata del 21 febbraio 2020 sono stati: Bernardo Piazza, Manuela Di Centa, Loris Balliana, Massimo Donadon, Massimo Colomban, Callisto Fedon, Bruno Vianello, Luciano Mazzer, Gianantonio Stella, Alessandro Vardanega, Maria Cristina Piovesana, Pier Francesco Saviotti, Francesco Grollo, Massimo Marchiori, Carlos Veloso dos Santos, Antonio Palazzi, Luigi Bortolin, Celeste Tonon, Cinzia Ferro.
Come in tutte le edizioni è stato assegnato il Premio Solidarietà Fuoriclasse, quest’anno devoluto all’Isola di Pellestrina, fortemente colpita poco tempo fa dalla tragedia maltempo e dall’eccezionale ondata di acqua alta.
Stelle, dolci e acciaio
La cena di gala a 8 mani, tra chef stellati e icone della grande cucina veneta, è stata allestita tra gli impianti di distillazione da cuochi e brigate di altrettanti ristoranti: Da Celeste (Treviso), che ha proposto un riso carnaroli Cascina Brarola con radicchio di Treviso tardivo e guazzetto di faraona; Il Patriarca (Bari) ha portato La Puglia in un Castello Federiciano; L’Alchimia (Milano) ha presentato la sua Guancia di vitello brasata alla grappa Fuoriclasse Leon Amarone con purè di patate ratte e spinaci novelli mentre Daniel (Milano) ha preparato il noto dolce Colosseo 2020.
I piatti sono stati abbinati ai vini di grandi produttori quali Allegrini, Venica, Sutto e Sorelle Bronca. Le grappe e i distillati erano invece quelli della Riserva Speciale della Famiglia Castagner, che hanno chiuso la serata serviti, prima dei saluti finali, con Cioccolato Domori e Caffè Illy.
Dulcis in fundo, da segnalare che l’illustre ospite, che a dicembre compirà 92 anni, quando è stato cortesemente dispensato dal padrone di casa, subito dopo la premiazione avvenuta prima del dolce, dal rimanere sino ai saluti finali, anche in ragione di una vistosa fasciatura per la rottura dell’omero, ha replicato: “Ah no: io aspetto il dolce”.
Una tempra d’acciaio quella di Piero Angela, padre di due figli (tra cui il noto “erede” televisivo Alberto) e nonno di 3 giovani nipoti (due dei quali saliti alla ribalta delle cronache per i seguitissimi profili social…), che speriamo sia la stessa di tanti “nonni italiani”, pilastro di una società sempre più vecchia (non certo per colpa loro) con pochi sostegni per le famiglie giovani, in questi giorni alle prese non solo con la non sempre facile gestione dei nipoti giocoforza a casa da scuola, ma con una emergenza sanitaria che ci auguriamo – tutti – possano vincere.