Interrogata nei giorni scorsi durante il question time alla Camera sul problema del pagamento delle rette per la mense degli istituti scolastici di ogni ordine e grado attualmente inattive per l’emergenza coronavirus, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha fatto chiarezza.
Per le scuole pubbliche le rate non devono essere versate poiché il servizio non viene erogato. Per le scuole private, invece, “non rientra nelle competenze del ministero consentire l’esenzione dal pagamento di tali rette, per le scuole primarie e secondarie di primo grado e di secondo grado a gestione privata la cui entità, come noto, è determinata dalla singola istituzione scolastica”, ha specificato Azzolina.
Per le scuole di prima infanzia e gli asili nido privati invece, la titolare del dicastero del MIUR ha affermato che “anche la frequenza dei servizi educativi sia pubblici che privati per bambini dalla nascita sino ai tre anni di età è soggetta al pagamento di una retta da parte delle famiglie.
In merito, l’Associazione Nazionale Comuni italiani (Anci) ha comunicato che la quasi totalità dei Comuni, di fatto, ha già sospeso le rette per tutti i servizi educativi, anche quelle relative al servizio di trasporto e mensa e in taluni casi è stato disposto il recupero, a favore delle famiglie, delle rette versate in anticipo”.
Per quanto concerne il contributo volontario versato dalle famiglie degli alunni delle scuole statali nella quota deliberata dal Consiglio di istituto dell’istituzione scolastica, seconda Azzolina “i relativi fondi potranno essere utilizzati nei modi previsti dalla specifica delibera degli organi collegiali al momento della ripresa delle attività didattiche in presenza e opportunamente rendicontati”.
Non solo pasti
Non vie è dubbio che occorra anche preoccuparsi e agire a favore di tutte le aziende di ristorazione duramente colpite dalla chiusura delle scuole e delle università: come aveva sottolineato ANGEM subito dopo i primi provvedimenti di lockdown dell’istruzione in Italia, la ristorazione scolastica è una componente fondamentale del business di decine di SRC da nord a sud dello Stivale e un servizio la cui valenza va oltre la mera somministrazione di pasti, assolvendo una funzione sociale e formativa in senso lato per le giovani leve: in Italia sono circa 8 milioni gli studenti che siedono tra i banchi di scuola e oltre 1.5 milioni gli universitari.
Annualmente si consumano 425 milioni di pasti, 305 milioni dei quali preparati da imprese e cooperative in appalto. Le lavoratrici e i lavoratori delle aziende della ristorazione collettiva organizzata sono oltre 97.000, il 41% occupati nel settore della ristorazione scolastica e universitaria.