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Certo: tornare al 35% dei consumi alimentari degli italiani nel fuori casa sarà una strada lunga, e tuttavia, secondo Coldiretti, la riapertura di bar e ristoranti nella Fase 2 porterà a una prima boccata d’ossigeno per un settore falcidiato dall’emergenza grazie a vendite per 20 miliardi di euro.
È una cifra che tiene conto ovviamente dell’impatto lungo l’intera filiera agroalimentare, comprendente cioè anche vino, birra, carne, pesce, frutta e verdura, salumi e formaggi alta qualità, senza dimenticare ovviamente le farine.

I segni confortanti

Dato di partenza: la chiusura dell’Horeca ha impattato su tutte le azienda e le categoria dell’agroalimentare tricolore. È infatti evidente che i danni legati al blocco totale del settore sono stati solo parzialmente compensati dallo “spostamento dei volumi” di vendita al canale retail.
Tuttavia, non mancano segnali confortanti, a partire ovviamente dal food delivery, che, secondo Coldiretti, sarà uno strumento fondamentale per sostenere la ripartenza nella Fase 2, dopo aver contribuito a mitigare il tracollo della ristorazione e non solo durante il lockdown.
Si tratta di un settore in piena salute, come dimostra, secondo i dati di AssoDelivery, la crescita del 70% del giro d’affari nel 2019 a 590 milioni di euro, contro i 350 milioni di euro del 2018.

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