L’Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate lancia un grido di allarme: l’intero settore rappresentato da AIGRIM, che riunisce 11 aziende della ristorazione a catena che impiegano più di 30.000 dipendenti e producono ricavi per oltre 3 miliardi di euro in 3.000 punti di ristoro rappresentativi di tutti i format, si trova ad affrontare una crisi economica senza precedenti.
Basti pensare al solo settore autostradale, dove le norme per l’emergenza stanno obbligando a mantenere aperti i locali, pur in presenza di un calo di oltre l’85% del traffico.
All’azzeramento dei volumi di vendita corrispondono forti perdite di liquidità. A ciò si aggiungono gli impegni economici legati ai contratti di sub concessione stipulati con le diverse concessionarie autostradali, aeroportuali e ferroviarie: contratti che prevedono canoni fissi e variabili, costi di gestione e investimenti dimensionati su volumi a oggi non più esistenti.
Le richieste
Cosa chiede AIGRIM? Intanto, per la fase di emergenza, l’azzeramento di tutti i canoni fissi, variabili e dei costi accessori; il riconoscimento, da parte del Governo, del sovvenzionamento della parte di servizio pubblico. Per la fase della ripresa, fino al recupero dei volumi pre covid invece, l’Associazione chiede il ripristino di soli canoni variabili a valori calmierati o comunque proporzionati al calo dei volumi; un contributo alle spese di gestione delle aree in concessione; la dilazione dei termini di pagamento affinché siano minimizzati gli impatti sulla liquidità dell’intero settore; la sospensione di tutti gli investimenti, fatta eccezione per le attività di manutenzione non differibili e sospensione di tutte le nuove procedure di gara per l’intero anno 2020; la proroga di tutte le convenzioni in essere per un periodo minimo di 12 mesi e comunque per il tempo necessario alla remunerazione degli investimenti effettuati.
Di fronte alle prime insoddisfacenti risposte di alcune società concedenti aeroportuali e autostradali, per AIGRIM tutte le proposte avanzate vengano applicate integralmente a tutto il periodo della ripresa, e non solo ai pochi mesi dell’emergenza.