Accanto alla difficile gestione del presente, Il Gruppo Elior evolve verso un’organizzazione del servizio che consente il distanziamento sociale e la protezione degli alimenti. In vista della cosiddetta Fase 2, in particolare, l’azienda guidata dall’Ad Rosario Ambrosino estenderà anche l’orario di fruizione dei pasti e, specie nell’aziendale che sarà uno dei settori della collettiva a ripartire, sta implementando nuove soluzioni gestionali e tecnologiche. Un lavoro affidato ad alcuni team creati appositamente e costituiti da tecnici esperti e manager interni all’azienda.
Gli spazi
Per quanto attiene agli spazi poi, si prevede l’ingresso scaglionato dei fruitori della mense, per consentire il distanziamento di almeno un metro. Verranno quindi installate barriere in plexiglas nelle aree servizio e favoriti forme di pagamento che riducano al massimo i contatti tra persone. E ancora: i tavoli verranno occupati a scacchiera, si farà largo impiego di prodotti imbustati monouso, pane e posate in primis, e si procederà alla sanificazione degli ambienti.
La tecnologia
L’apporto della tecnologia sarà vitale sotto diverse forme: il take away del pasto, che può essere consumato in postazione invece che in mensa, grazie all’app JoyFood. Sempre grazie all’app si prospetta una migliore gestione dei flussi di persone nei locali, fornendo informazioni sulle code di attesa per l’accesso ai locali o permettendo di prenotare uno slot orario. E non è tutto: grazie a Food360, il servizio di ristorazione self service è disponibile per tutta la giornata lavorativa. Si tratta di una vetrina refrigerata intelligente che permette di mantenere i piatti alla corretta temperatura. Anche qui, tramite l’app, il lavoratore acquista e paga il piatto, per poi ritirarlo da sé in un semplice kit monouso. Infine, nelle realtà dove è operativo lo smart working, Elior sta valutando sistemi di home delivery per consegnare a casa i pasti in pausa pranzo, grazie in questo caso alle tecnologia di confezionamento in atmosfera protetta (Atp).