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Secondo il Rapporto sul Welfare Aziendale firmato Up Day e Tecnè, se la platea di beneficiari di buoni pasto e buoni spesa raddoppiasse, l’impatto sui consumi a livello nazionale sarebbe pari al 2,3% e sul PIL dello 0,8%. Con la conseguenza di apportare benefici per le famiglie, per le aziende e, più in generale, per il sistema economico nazionale.
Nell’analisi realizzata dalla smart company parte della multinazionale Up Group (attiva nel mercato dei servizi alle imprese e alla persona) e dall’istituto di ricerca, emerge come i ticket per gli acquisti e i sostituti di mensa siano strumenti largamente apprezzati dagli italiani: e tuttavia, solamente il 27,5% degli intervistati nell’indagine li ha a disposizione, il che dimostra tutto il potenziale e il margine di incremento per tutti gli attori del settore. E ancora: l’84,3% dei lavoratori preferisce questi strumenti al corrispettivo di contanti in busta paga mentre per il 95,8% rappresentano un importante contributo per il bilancio familiare.
Più in dettaglio, a detta del 92% dei lavoratori, la disponibilità di buoni spesa o buoni pasto rappresenta un netto vantaggio: per il 58% consente infatti di risparmiare sulle proprie spese, per il 39,5% dà un vantaggio fiscale rispetto al corrispondente valore in denaro e per il 23,6% costituisce un reddito aggiuntivo rispetto allo stipendio.
Altri indicatori di rilievo: per il 95,4% questi strumenti sono un importante contributo per arrivare a fine mese mentre il 95,8% li vede come ausilio sostanziale per il bilancio familiare.

Vantaggi anche per le aziende
Senza contare il fatto che il loro possesso si trasforma in consumi immediati, grazie a performance migliori di altri servizi offerti dalle aziende. Insomma: uno stimolo tanto più utile all’economia nazionale colpita dall’emergenza coronavirus. Nonché un vantaggio non solo per i lavoratori ma anche per molte aziende: secondo il 61,6% di quelle coinvolte nella rilevazione, il vero valore aggiunto dei buoni spesa e pasto è legato ai vantaggi fiscali, mentre per il 45,9% migliorano la produttività dei dipendenti, e quindi dell’impresa stessa, e per il 19,6% ne incrementano la reputazione aziendale.
Inoltre, l’attuale defiscalizzazione dei buoni pasto rappresenta un grande risparmio per le aziende e l’auspicio è che lo stesso principio possa essere applicato anche ai buoni spesa, per i quali oggi vige un tetto annuo di soli 258 euro.

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