Il distanziamento sociale e il bisogno di sicurezza accelerano il processo di digitalizzazione dei consumi nella ristorazione: a partire dai due big del fast food Burger King e McDonald’s.
Strumenti dalla crescente importanza già prima dell’emergenza sanitaria per aumentare le vendite, adesso le soluzioni tech diventano indispensabili non solo per riconquistare i clienti dopo i mesi del lockdown ma per proteggerli, insieme ai dipendenti, dal comune nemico che si chiama covid-19.
Colpo su colpo
A lanciare il primo colpo è stata Burger King. L’azienda nata a Miami nel 1954 da un’idea di James McLamore e David Edgerton, oggi attiva in 100 stati con 25.000 ristoranti, dei quali 220 In Italia, come anticipato dal New York Times qualche settimana fa, ha introdotto proprio nel Belpaese una nuova funzionalità dell’app, che permette di prenotare i tavoli da remoto, di effettuare le ordinazioni e i pagamenti.
Non poteva certo farsi attendere la riposta di McDonald’s, numero uno del mercato dall’alto dei suoi 36.000 ristoranti in oltre 100 stati, dei quali 600 in Italia. Il gigante di Oak Brook, accanto al potenziamento di delivery e asporto, ha introdotto la possibilità di prenotare il posto. E non solo: anche per il take away basterà passare in negozio per il ritiro, così da ridurre i contatti con altre persone. Tutto tramite specifiche funzionalità nell’app.
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