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Vegetale (non) sarai tu: i prodotti a base di proteine vegetali non possono essere definiti dalle parole steak (bistecca), saucisse (salsiccia) ed escalope (cotoletta). A sancire tale divieto una recente legge adottata dai deputati francesi, per mezzo della quale il paese transalpino affronta il tema della liceità dell’utilizzo nel marketing di nomi tipici di prodotti carnei per alimenti sostitutivi a base vegetale.

Un mercato in altalena

Una questione sempre più urgente data la crescente diffusione delle più disparate forme di carne surrogata di origine vegetale in tutto il mondo, come attesta la crescente offerta di questo tipo di prodotti nella ristorazione commerciale (gli esempi si sprecano a riguardo), benché poi, a ben guardare, in Italia l’ultimo rapporto Coop registri invero un calo generalizzato per queste referenze: wurstel vegetali (-40,9%), seitan (-8,6%), piatti pronti con burger e crocchette vegetali (-7,6%) e piatti di polpette vegetali (-5,8%).

Dura lex sed lex

Stabilito il principio, entro la fine dell’anno il legislatore d’Oltralpe definirà la percentuale esatta di proteine vegetali oltre la quale sono vietate le denominazioni proprie agli alimenti di origine animale. Sarà interessante vedere le contromosse dei produttori e delle catene di ristorazione che hanno adottato la “carne vegetale” per intercettare nuove fette di clientela.

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