L’Ue ha detto sì: la Nutrinform Battery ha ricevuto il via libera dalla Commissione Europea attraverso la procedura Tris. Si tratta di un passaggio indispensabile per valutare la conformità con il diritto comunitario, propedeutico ad applicare il sistema di etichettatura nutrizionale fronte pacco messo a punto dalle istituzioni italiane ai prodotti in vendita nel Belpaese su base volontaria.
Un punto a favore
La decisione segna un punto a favore della proposta tricolore rispetto all’avversario Nutriscore proposto dai francesi, che, secondo i detrattori, non consente al consumatore di capire quanti zuccheri, sali o grassi contenga un alimento. Al contrario, per i sostenitori del modello italiano, attraverso i numeri esposti nelle caselle del Nutrinform e il simbolo grafico della batteria, chi acquista può capire facilmente sia la quantità di calorie e di nutrienti che assume consumando un determinato prodotto, sia l’incidenza di questi nutrienti sulla dieta quotidiana generale. Insomma: il Nutrinform punta alla realizzazione di diete variate ed equilibrate, sulla base del concetto che qualunque cibo può far parte di un’alimentazione sana se consumato nelle corrette quantità e frequenze. L’indicazione specifica sulla quantità di nutrienti, inoltre, va maggiormente incontro alle diverse necessità delle persone rispetto al giudizio complessivo su un alimento compiuto dal Nutriscore.
A la guerre
La Nutrinform Battery, che verrà progressivamente implementata in Italia nei prossimi mesi, entra ora a pieno titolo tra gli schemi di etichettatura fronte pacco analizzati e autorizzati dalla Commissione Europea, in vista di una possibile (auspicabile) armonizzazione entro la fine del 2022 dei diversi sistemi esistenti. Ci sarà ovviamente da battersi per vedere riconosciuti i vantaggi e la superiorità del modello italiano, che si fonda sull’informazione e sull’educazione invece che sulla proibizione, rispondendo correttamente alla nostra cultura alimentare, che affonda le sue radici nella dieta mediterranea. Quella notoriamente rappresentata dalla piramide alimentare, per la quale non esistono cibi buoni o cattivi in assoluto, ma corrette quantità e frequenze di consumo per ogni alimento.
La battaglia non sarà facile e andrà condotta con determinazione per tutelare la nostra enogastronomia e salvaguardarne l’export nel mondo, già minacciato dall’italian sounding: basti pensare infatti che il Nutriscore avrebbe un effetto mannaia sull’85% delle nostre migliori produzioni, quelle a denominazione di origine.