Sono 5 i trend del fuoricasa nel post covid emersi in una ricerca di Coqtail Milano e Augusto Contract.
Frutto della collaborazione tra la community sulla mixology italiana specializzata in ricerca di tendenze nel settore f&b e l’azienda marchigiana che realizza locali chiavi in mano per il foodservice, i risultati sono contenuti nel dossier “Food&Beverage a Milano nel 2020: analisi e trend”.
Dal coinvolgimento di 400 consumatori e oltre 40 imprenditori e opinion leader tra i più autorevoli del comparto, sono dunque emerse queste tendenze:
Dal fast food al fast gourmet o meglio nuove logiche di somministrazione: i servizi e le pratiche tradizionalente adottate dai format legati al quick service si applicano anche alle realtà di livello, mantenendo alta la qualità del servizio e delle materie prime.
On te go ovvero all’esterno del locale come a casa: sfruttare gli spazi esterni per intercettare la clientela di passaggio tramite l’utilizzo di station oppure aprendo le vetrine con punti pick up sono le nuove strategie dei ristoratori che si riappropriano del tessuto urbano.
Sicurezza trasparente è la nuova parola d’ordine: diventa sempre più importante trasmettere sicurezza ai clienti, incentivando il ritorno nei locali. In quest’ottica l’architettura di un punto di ristoro deve trasmettere un senso di ordine e pulizia ed esplicitare i processi e l’applicazione dei protocolli anche attraverso la segnaletica.
Touchless experience, vale a dire largo a digitalizzazione e sensori. È così che si riducono al minimo i punti di contatto tra personale di sala e commensali, così come tra cliente ed elementi dell’architettura, incentivando l’adozione della domotica e implementando la presenza di sensori. Il phygital dining porta sempre più la tecnologia direttamente a tavola.
Il servizio è il re, leggi personalizzare l’esperienza: recarsi in un ristorante deve essere un piacere, non un momento di preoccupazione: l’attenzione alla personalizzazione e all’accoglienza diventano fattori cruciali.
Voglia di normalità
Sullo sfondo, si staglia la grande voglia di ritorno alla normalità da parte dei consumatori: l’81% di essi andava a mangiare e bere fuori 1/3 volte alla settimana prima del lockdown e il 46% ne ha sentito moltissimo la mancanza. Fra i motivi principali per tornare fuoricasa ci sono stati lo stare con le persone (39,6%) e svagarsi (28,3%): la socializzazione è quindi vista in modo positivo se rispettosa delle distanze di sicurezza (25%). E ancora, il boom del delivery e del take away hanno in parte mitigato la mancanza dell’uscita: ha ordinato delivery in media 1-3 volte a settimana il 61% degli intervistati.
A loro volta gli imprenditori sono consapevoli della necessità di agire su più fronti per venire incontro a quello che non sono solo le ricerche a evidenziare come il bisogno primario del consumatore ma l’esperienza di tutti i giorni: la sicurezza.
A tale riguardo, diverse le idee messe in campo che si sono rivelate strategiche, a partire dal riadattamento degli spazi, seppur non strutturale, ripensati tenendo conto delle aree considerate più a rischio per la trasmissione del virus: servizi igienici 85%, ingresso/guardaroba 78%, aree consegna delivery 62%, casse 43%, bancone bar 30%, aree consumazione 26%, cucina 22%, plonge 15%, aree di servizio 9%.
Le dichiarazioni
“Questa ricerca è nata con l’obiettivo di diventare uno strumento utile per la ripartenza rivolto a tutti gli operatori del settore. Saper guardare al futuro, rispondendo tempestivamente e con professionalità alle nuove esigenze del mercato, è ciò che ha reso oggi Augusto Contract il partner di fiducia di tanti brand del food&beverage”, ha detto Giacomo Racugno, ceo Augusto Contract.
Per Chiara Degl’Innocenti e Penelope Vaglini, founder di Coqtail Milano invece: “Milano si è rimessa in moto dopo il coronavirus e chi è alla ricerca di idee trova, raccolte in questo report, le soluzioni migliori e i progetti di successo messi in pratica in Italia e all’estero nel settore del food&beverage”.
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