Passaggio storico nel mondo del food delivery italiano: Just Eat assumerà 4.000 rider con regolare contratto. Lo prevede l’intesa sottoscritta dalla piattaforma e dai sindacati di categoria (Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti), che stabilisce di inquadrare i fattorini nel contratto collettivo del settore Logistica, Trasporto, Merci e Spedizioni. Si tratta della prima intesa di questo tipo in uno dei settori a più rapida crescita nel variegato mondo del foodservice, dove al tracollo determinato da pandemia e blocchi è corrisposto nell’ultimo anno il tumultuoso sviluppo di una delle poche modalità di somministrazione di cibi e bevande consentita anche nei giorni più bui dell’emergenza sanitaria.
Un’industria in espansione
L’accordo fa seguito all’annuncio dato a novembre dell’anno scorso, secondo il quale Just Eat avrebbe avviato il processo di regolarizzazione dei suoi rider. “Siamo soddisfatti del risultato positivo che testimonia la comune volontà di approcciare in modo costruttivo e sostenibile un settore in crescita a vantaggio di tutti gli attori di questa industry: rider in primis ma anche ristoranti e operatori come Just Eat”, ha commentato Daniele Contini, Country Manager dell’app inglese in Italia.
“E’ stato fatto un grandissimo lavoro da entrambe le parti di dialogo, ascolto e comprensione delle reciproche esigenze, e grazie alle linee guida concordate, oggi vengono garantite ai rider ulteriori tutele e sicurezza e alla nostra realtà la compatibilità del nuovo CCNL del settore Logistica, Trasporto, Merci e Spedizione con l’assetto economico dell’azienda, e quindi la conseguente sostenibilità dell’industry”, gli ha fatto eco Davide Bertarini, responsabile del Business Delivery della costola italiana della società acquisita da Takeaway.com nel febbraio 2020, realtà che oggi ha 205.000 ristoranti partner in tutto il mondo.
Le linee guida dell’intesa
Costruito su misura dei rider e frutto di un dialogo costruttivo tra azienda e sindacati, l’accordo è stato adattato per riflettere le esigenze specifiche del mercato del food delivery, diverse da quelle di operatori tradizionali. Queste le linee guida:
– sostenibilità estese ai rider le tutele tipiche del lavoro subordinato (previdenza, sicurezza sul lavoro, ferie, diritti sindacali), ed integrati alcuni accorgimenti per rendere compatibile il nuovo assetto contrattuale con quello economico dell’azienda
– flessibilità il contratto centrale del nuovo modello è il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato con la previsione di un modello part-time costruito sulle esigenze del lavoratore e la possibilità di usare contratti flessibili entro limiti prestabiliti
– semplicità procedure organizzative snelle con l’utilizzo elevato delle tecnologie digitali per la gestione di attività essenziali come la formazione in materia di sicurezza e l’esercizio di diritti sindacali
– responsabilità previsione di forme e tutele aggiuntive in favore dei rider per garantire standard di protezione migliorativi rispetto a quelli minimi legali come le coperture assicurative aggiuntive e i premi di risultato
Ecco dunque che il contratto prevede l’applicazione di festività, lavoro straordinario, ferie, malattia, maternità/paternità secondo quanto regolamentato dal contratto collettivo. La retribuzione segue le tabelle previste dal CCNL con un compenso orario che di norma non sarà inferiore a 9 euro sino alla maturazione di un’anzianità lavorativa della durata complessiva di due anni. Ad un salario orario di partenza di 8,50 euro si aggiunge infatti il premio di risultato di 0.25 euro a consegna e l’accantonamento del TFR, oltre alle eventuali maggiorazioni per il lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno. Con diversi regimi orari di part time (da 10, 20 o 30 ore), i turni vengono pianificati mediante un’app dove il rider dà la sua disponibilità per la settimana successiva e Just Eat, considerando la preferenza, procede alla pianificazione della settimana lavorativa. Sono previste inoltre indennità a titolo di rimborso chilometrico per l’utilizzo del proprio mezzo per le consegne, ciclomotore o bicicletta, e l’applicazione piena e integrale delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza e consegna di tutti i DPI previsti dalla normativa vigente, dotazioni di sicurezza gratuite fornite da Just Eat come casco, indumenti ad alta visibilità e indumenti antipioggia e zaino per il trasporto del cibo, oltre a igienizzanti e mascherine anti-Covid.
Inoltre, in aggiunta alle coperture assicurative fornite dagli istituti di previdenza ed assistenza pubblici (INPS e INAIL), a tutti i dipendenti sarà fornita un’assicurazione nel caso si verifichi un incidente grave sul lavoro.
Oggi sono già oltre 139 le città in cui il modello è attivo: in Italia – dove Just Eat è presente dal 2011 e oggi opera con oltre 21.000 ristoranti partner in più di 1.200 comuni – è stato avviato già nella città di Monza a metà di marzo con l’inserimento dei primi 40 lavoratori.