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Accusati (pazzesco!) di essere degli untori che contagerebbero con l’autismo chi mangia i loro piatti, i ragazzi di PizzAut hanno risposto agli hater in maniera esemplare: offrendo loro una pizza in segno di pace.

Non c’è limite al peggio

Stavolta i “leoni da tastiera” hanno superato loro stessi: in un post hanno sostenuto che chi è affetto da autismo sarebbe in grado di trasmettere questo “virus” semplicemente lavorando gli alimenti in cucina. Ribadendo che l’autismo NON è una malattia contagiosa, i volonterosi (e pazienti!) ragazzi del progetto di inclusione sociale nato qualche anno fa per iniziativa di Nico Acampora, il padre di uno di loro, hanno offerto una pizza ai loro (ignoranti) detrattori (eufemismo), invitandoli a mangiare proprio nel loro locale, di recente aperto a Cassina de’ Pecchi (MI), con madrina d’eccezione la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti.

Voglia di fare

La pizzeria è gestita da questi volonterosi ragazzi con autismo, affetti cioè da disturbi del neurosviluppo con deficit della comunicazione sociale e dell’interazione sociale secondo l’ISS: sostenere che l’autismo sia contagioso o che un soggetto autistico possa modificare geneticamente i cibi con cui viene a contatto è pura fantascienza. Affiancati da volontari, professionisti della ristorazione e della riabilitazione, quando i ragazzi di PizzAut sono stati bloccati dalla pandemia, non si sono scoraggiati, portando in giro per l’Italia, a bordo di un food truck, i loro prodotti: e il loro coraggio e la loro voglia di fare. Già, la loro….

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