Dagli scarti delle mense milanesi nasce il biogas per alimentare un depuratore: accordo nel segno dell’economia circolare tra Milano Ristorazione, partecipata del Comune di Milano che serve le scuole meneghine, e il Gruppo Cap, che gestisce il servizio idrico integrato dei comuni della Città metropolitana. Risultato: il depuratore di Robecco sul Naviglio (MI) sfrutterà il biogas prodotto con gli scarti delle mense del capoluogo, che diventeranno dunque bioenergia. Come? Il prodotto ottenuto dalla separazione di grassi e oli animali e vegetali dal complesso delle acque di scarico della cucina di via Sammartini – che si occupa della preparazione di pasti per mense scolastiche e Rsa – viene convertito in biogas attraverso il processo di fermentazione tipico dei biodigestori anaerobici, che servono per trasformare i fanghi di depurazione in energia elettrica e termica, che va poi ad alimentare l’impianto di Robecco al servizio dei cittadini dell’alto milanese. Ogni mese, dal centro di cottura vengono prelevate circa 10 tonnellate di grassi di scarto, in forma liquida, provenienti dalla preparazione dei pasti. Il progetto è stato validato dal Politecnico di Milano che, su incarico di Cap, ha testato in fase preliminare la tipologia di grassi utilizzati certificandone il loro grado di biodegradabilità e quindi l’idoneità a essere trattati nei biodigestori. L’Italia è leader in Europa nel campo del biogas, con 1.600 impianti attivi.
La mission
“La nostra missione è dare alle bambine e ai bambini delle scuole milanesi un pasto sano, buono, educativo e giusto”, ha dichiarato Bernardo Notarangelo, presidente di Milano Ristorazione. “Questo oggi, e sempre più, vuol dire promuovere i valori di sostenibilità del sistema alimentare e di lotta contro gli sprechi, due principi cardine della Food Policy di Milano dei quali l’accordo con Cap, che ci auguriamo di estendere, è un ulteriore esempio di concreta realizzazione”.
“L’accordo con Milano Ristorazione è uno dei progetti del nostro Green New Deal, col quale intendiamo contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio lombardo all’insegna della decarbonizzazione e della transizione ecologica”, ha spiegato a sua volta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap. “In quest’ottica gli scarti agroalimentari ci permetteranno di trasformare i nostri depuratori in bioraffinerie, dove produrre biogas e biometano. Gestiamo 40 depuratori che grazie a sinergie industriali come queste stanno diventando fabbriche verdi, dove il recupero di acqua trattata da impiegare in agricoltura fa rima con energia pulita prodotta dai rifiuti, ma anche con cellulosa, sabbie, fosforo e azoto, sottoprodotti del processo di depurazione convertiti in materie prime da reimpiegare nella produzione”.