Dai balletti virali alla cucina kebab, (sempre) passando dai social: il noto imprenditore e influencer Gianluca Vacchi, apre Kebhouze, la prima catena fast food a base della pietanza di origine turca. Si parte a dicembre da Milano e Roma con 5 opening in contemporanea: 3 all’ombra della Madonnina in corso Buenos Aires, in via Paolo Sarpi e a Porta Genova, e 2 a Roma, all’interno del centro commerciale Euroma2 e a via Ostiense. Ed è solo l’inizio: altre 20 aperture sono già programmate in tutta Italia e all’estero per il 2022.
“Quando mi hanno descritto il progetto ho colto immediatamente l’enorme potenziale del format: nel 2021 è molto difficile avere un’idea così innovativa in un settore maturo come quello del food”: così Vacchi che ha deciso di investire in una idea che gli è stata sottoposta da un gruppo di giovani ragazzi italiani.
Il menu
L’iniziativa è in effetti una novità assoluta: sia per la modalità del lancio (5 tagli nastro nello stesso momento) che per il prodotto prescelto: in un mercato dove sono nate e hanno proliferato catene basate sulle più disparate proposte food, Kebhouze è la prima a puntare sul kebab. Che verrà offerto in due versioni: di pollo 100% italiano o di black angus. Quest’ultima opzione rappresenta una novità nella novità, e fa il paio con la possibilità di ordinare burger di kebab, caesar salad, oltre che gustare un’ampia selezione di fritti come i nuggets, i chicken popcorn, gli onion rings e le patatine fritte.
“C’è un problema di diffidenza verso il kebab”, spiega Vacchi. “Lo avevo anche io dopo aver assaggiato il kebab per la prima volta in vita mia alle nostre prove food, mi sono reso conto che in realtà non c’è un piatto più semplice di questo: piadina, carne e qualche condimento a scelta. Ovviamente ho richiesto che ogni ingrediente e materia prima utilizzata siano di massima qualità”.
Sostenibilità (e italianità) in testa
Un’attenzione particolare è inoltre stata dedicata in fase di costruzione del progetto e di selezione dei prodotti al tema della sostenibilità ambientale: il food packaging è completamente eco-friendly, comprese le acque naturali in tetrapack brandizzate Kebhouze. Anche sotto il profilo della sostenibilità economica locale, la catena di Gianluca Vacchi ha optato per una valorizzazione delle aziende italiane, da cui viene fornita tutta la carne, e dei produttori locali, con cui ad esempio si è instaurata una collaborazione sulla produzione di due diverse birre artigianali che saranno presenti in store a marchio Kebhouze.
L’annuncio social
Ovviamente l’annuncio della sua nuova avventura imprenditoriale non poteva che essere in stile Vacchi: nei giorni scorsi nella sua villa di Bologna è comparso Keb, un misterioso personaggio in costume alto oltre 2 metri con una grande testa a forma di kebab su cui si poggia una corona d’oro. In un video postato sui canali social dell’imprenditore più tatuato (e seguito, sul web ndr) d’Italia, viene ripreso il momento in cui assaggia il primo kebab della sua vita, da cui nasce il desiderio di fondare una vera e propria catena di food insieme alla pirotecnica mascotte.
Ma i colpi di scena non finiscono qui: in un video successivo Gianluca Vacchi e il suo nuovo amico-socio Keb firmano, sotto gli occhi di un “notaio”, la costituzione della società. Inevitabile la nascita di un tormentone social: il profilo Instagram di Kebhouze prende vita ogni giorno con le stories di una persona vera che vive la sua quotidianità sotto le misteriose sembianze del pupazzo-imprenditore Keb, sotto la cui maschera impazza la curiosità di chi si celi… in Rete.