Dopo il rallentamento causa Covid, adesso CIRFOOD Retail è pronta a dare slancio allo sviluppo di Antica Focacceria San Francesco, anche con il contributo degli storici ex proprietari della famiglia Conticello
di M.L.Andreis
La garanzia di un’offerta f&b genuinamente siciliana dal 1834 a oggi: è ciò che il cliente trova da Antica Focacceria San Francesco, il format sviluppato da CIRFOOD che riprende il suo cammino di crescita.
Dopo due anni di pandemia, è tempo di tornare a portare i piatti realizzati all’insegna di tradizione, genuinità e qualità di prodotto dal marchio collocato nel cuore della Vucciria a Palermo in nuove destinazioni: ad oggi sono 12 i ristoranti AFSF aperti in Italia, 8 in conduzione diretta e 4 in franchising. Dopo le prime replicazioni realizzate dagli storici proprietari del marchio, la famiglia Conticello, e soprattutto dopo che nel 2013 era stato acquisito da Feltrinelli, interessato ad affiancare al suo core business nel ramo retail, la vendita dei libri, anche un’offerta food, nel 2016 nasceva FC Retail, una joint venture tra il colosso dell’editoria milanese e il gigante del foodservice CIRFOOD. Che nel 2019 creava al suo interno una costola dedicata al mondo della ristorazione commerciale, CIRFOOD Retail. È questa società che nel 2020 rileva in toto il marchio, affidandone lo sviluppo, insieme agli altri del portfolio aziendale, all’amministratore delegato, Leopoldo Resta.
Qualche passo indietro, per andare avanti
Dallo sfincione alla caponata, dalle arancine agli involtini di pesce spada, dal celeberrimo panino “ca meusa” alle panelle fino ai dessert come il biancomangiare: sono questi, oggi come ieri, alcuni dei pezzi forte della proposta di AFSF, come sottolineano i fratelli Vincenzo e Fabio Conticelli, di recente tornati come consulenti a dare il loro contributo al consolidamento di un format che apparteneva alla loro famiglia da 6 generazioni. Fin da quando cioè, con la Trinacria saldamente parte del Regno delle Due Sicilie, dopo 25 anni passati come maestro di cucina al servizio dei principi di Cattolica, l’antenato Salvatore Alaimo riceveva in dono la cappella sconsacrata di un antico palazzo nel cuore di Palermo, sulla cui porta appendeva una tavola di legno con l’incisione “Focacceria”, decidendo di cucinare per il popolo. Il locale diventava poi la “cucina di Garibaldi” durante l’impresa dei Mille nel 1860, quando il Generale si accampava proprio in piazza San Francesco, su cui affaccia il ristorante. Nel 1939 Mario e Nunzia D’Accardio iniziavano quindi ad affiancare la zia Ermelinda, figlia di Nino Alaimo, nella gestione di quella che dal 1902 era stata ufficialmente battezzata come Antica Focacceria San Francesco. Quando poco dopo il cugino Nino Conticello ereditava il locale, questo era già una vera e propria istituzione cittadina: da Nuvolari a Vaccarella a Gendebien, a ogni edizione della mitica Targa Florio, i piloti andavano a festeggiare in Focacceria con il rampollo della potente e ricca famiglia, Vincenzo Florio: lo storico inventore della gara è da sempre assiduo frequentatore del ristorante, dove ancora oggi esiste una sala a lui dedicata (e una zona oggi divenuta magazzino e cucina che ai tempi fungeva da garçonnière durante interminabili… cene galanti ante litteram!). Vincenzo e Fabio Conticello, ultimi eredi del fondatore, prendono in mano la gestione di Antica Focacceria di San Francesco nel 1984, con un sogno nel cassetto: portare l’insegna di famiglia al di fuori della Sicilia, con punti vendita in tutta Italia ed anche all’estero. Passano ancora parecchi anni perché il sogno si realizzi con le aperture a Milano nel 2009 e a Fiumicino nel 2011, quindi altri 4 punti di vendita seguono a Roma e Milano nel 2012, prima che nel 2013 arrivi il Gruppo Feltrinelli.
Il ritorno
La pandemia ha rallentato i piani di sviluppo nonostante un big come CIRFOOD alle spalle, nondimeno anch’esso colpito dalla crisi nel suo core business, la ristorazione collettiva: “Per la prima volta come nel film Rocky IV, Ivan Drago era stato colpito all’improvviso e sanguinava”, confessa Resta. “Nonostante le difficoltà, abbiamo aperto due locali nel corso del 2020 e nel 2022 abbiamo in programma di aprirne almeno altri tri: a Roma, a Torino e nell’aeroporto Punta Raisi di Palermo, dove parteciperemo alla gara per la concessione”.
Palermo, appunto: è con la città e con le sue tradizioni che l’AD di CIRFOOD Retail vuole mantenere un ancoraggio forte: “Il ritorno dei fratelli Conticello è una leva strategica: li abbiamo voluti nuovamente a bordo non solo perché rappresentano la continuità con una storia importante, ma perché sono la miglior garanzia di tutela del marchio da tentazioni efficientiste, che in passato si sono rivelate inadeguate e paradossali, come spostare la produzione di tutti i preparati a Milano, per poi distribuirli in tutte le location italiane, compresa palermitana”.
L’approccio di CIRFOOD Retail peraltro non è quello di un fondo di investimento, speculativo, ma industriale. “Da ristoratori, nonostante il freno della pandemia, non possiamo non essere presenti a Roma, dove apriremo a breve in un crocevia pulsante della Capitale, per poi portare a termine l’opening di Torino e parteciperemo alla gara per l’aeroporto Falcone e Borsellino, porta di ingresso alla Sicilia”.
Un simbolo di Palermo
“Focacceria San Francesco è un pezzo di storia della nostra città ma anche un simbolo di come Palermo sia città accogliente, senza distinzioni di ceti, nella convinzione che dal ricco al povero, dall’italiano all’immigrato, tutti devono vivere insieme nello stesso luogo, sentendosene parte e rappresentanti, a partire dal centro storico, in balia della mafia quando sono diventato sindaco per la prima volta nel 1985”, così Leoluca Orlando, primo cittadino del capoluogo siciliano, che ha sottolineato come la Focacceria sia un luogo di incontro, che ha tenuto viva l’anima popolare della Vucciria quando era ormai disabitata, rappresentando l’unico punto luce (anche nel senso letterale!) della zona negli anni del colpevole abbandono del centro cittadino ai traffici criminali, alla prostituzione e allo spaccio. Una lotta, quella alla mafia, di cui è stata protagonista anche la famiglia Conticello. E segnatamente Vincenzo. Che, nel 2005, denunciava pizzo ed estorsioni subite: una vicenda giudiziaria lunga, dolorosa e ovviamente pericolosa, che ha costretto la famiglia a reinventare e cambiare completamente vita: “Mi sono ritrovato all’improvviso da uomo libero a uomo sotto scorta, costretto a lasciare Palermo. Questo aveva influito anche nella gestione del punto vendita, rallentando lo sviluppo. Bisognava prima far passare la tempesta e attendere che le acque si calmassero”. Il nemico non era di quelli da sottovalutare, perché, come diceva Falcone, “quando hai un conto aperto con Cosa Nostra, rimane aperto per tutta la vita”.
Pane e storia
Ma ne è valsa la pena: oggi AFSF, che i tentacoli della Piovra rischiavano di affossare con assurde e inaccettabili pretese, è un tempio delle street food ante litteram, membro del circuito dei locali storici italiani con specialità capaci di attrarre appassionati del buon cibo di ogni ceto sociale, all’insegna del cibo locale di qualità. Un leitmotiv nella strategia di CIRFOOD Retail, come sottolinea di nuovo Resta: “Forti del successo di Fiumicino dove siamo stati i primi a fare un’offerta ristorativa regionale, vogliamo continuare ad acquisire marchi di qualità, mantenendone l’autenticità eil legame con il territorio”. Detto, fatto: a Palermo sono i Conticello a fare spesso acquisti di pesce e verdure fresche nel vicino mercato della Kalsa personalmente, con cui poi vengono preparati, abbattuti e confezionati in monoporzione i cibi inviati in tutti e 12 i punti vendita della format, dove, come è bello ricordare, non si mangia solo pane, ma “pane e storia”.
Photo credits M.L.Andreis