Apre a Milano in via Paolo Sarpi Kaiseki, il ristorante giapponese che trasforma i piatti della tradizione locale e propone un “all you can eat” di lusso
Ossobuco, cotoletta, cassoeula e risotti si trasformano in piatti di sushi che fondono tecniche e ingredienti giapponesi con ricette e materie prime tipiche della tradizione meneghina e lombarda: accade a Milano, in via Paolo Sarpi 5, dove ha aperto battenti Kaiseki, un ristorante che propone una formula di all you can eat ricercata e stravagante, tra cui proprio la selezione “Gran Milan”: sette piatti che omaggiano la città e i suoi quartieri contaminando con leggera sfrontatezza le icone della gastronomia locale.
Il format, nato nel 2018 e già attivo in alcune cittadine alle porte del capoluogo lombardo e a Napoli, si è presentato ai milanesi domenica 29 maggio nella sua quinta replicazione con un evento inaugurale aperto al pubblico durante il quale sono stati offerti assaggi della selezione ai presenti, unitamente al Kaiseki Mule, signature drink estivo e rinfrescante con gin, Midori a base di melone Yūbari, ginger beer, sour e soda, con lo scopo di far conoscere lo spirito innovativo dell’attività.
Il locale
Sviluppato su due piani, il locale aperto nel cuore della China Town meneghina si estende su 450 mq, ha 140 posti a sedere (compreso il dehor esterno) e circa 15 dipendenti. Che si vanno a sommare con quelli già al lavoro nelle altre location, tutte in conduzione diretta, per un totale di circa 100 dipendenti. Costa 33 euro la formula all you can eat alla sera, 18 a mezzogiorno, per uno scontrino medio serale di 40 euro. Ricca la cantina dei vini, che comprende una settantina di etichette, italiane e francesi, compresi alcuni champagne.
Milan l’è un gran Milan
L’intero menu dei ristoranti Kaiseki è solitamente ispirato alle città di Kyoto e Tokyo: della prima viene proposto il volto tradizionale e autentico, della seconda l’anima vibrante, internazionale e dinamica sempre volta alla sperimentazione. Con l’apertura milanese, invece, nascono: “Hosomaki in Isola” e “Big City Life”, due maki al ragù di luganega e porri, uno con gorgonzola e ravanelli all’aceto di riso per equilibrare i sapori con una nota acida, l’altro con uova di salmone, salsa teriyaki ed erba cipollina; “Un salto all’Arco”, crocchette di riso allo zafferano al salto con cassoeula e mostarda di frutta; interpretazioni esotiche di tradizioni padane legate all’anguilla, quali “Unagi in Darsena”, chirashi leggermente piccante di lenticchie con il caratteristico pesce d’acqua dolce flambato e foglia di barbabietola, e “Tokyo a Nolo”, unagi in carpione giapponese con aceti di riso e verdure saltate allo zenzero; “Involtino Moscova” con foglia di riso, ripieno di cotoletta di vitello e accompagnato da una salsa agropiccante; “Il Maki di Porta Romana”, un uramaki in foglia di cavolo cinese con ossobuco di vitello, gremolada e quartirolo sbriciolato e caramellato. Questi piatti saranno disponibili in menu a partire da lunedì 30 maggio. La drink list del locale vede invece accentuare l’utilizzo di ingredienti e profumi legati al Giappone, aspetto che dialoga con l’arredamento del locale per confluire in un’atmosfera complessiva a cavallo tra tradizione e modernità nipponiche.
L’imprenditrice
“La nostra non intende essere una provocazione”, spiega Lingjie Wei, 28 anni, titolare di Kaiseki, “bensì un vero e proprio omaggio non solo alla città di Milano, ma anche e soprattutto a due popoli, quello giapponese e quello italiano, che hanno in comune un aspetto per noi fondamentale: la capacità di far convivere l’attaccamento alle antiche e numerose tradizioni culinarie legate ai territori e la curiosità di stimolare palato e fantasia contaminando culture gastronomiche lontane”.
L’imprenditrice di origine cinese, madre di tre figli e figlia “d’arte” (i genitori sono a loro volta ristoratori), ha anche preannuncito l’intenzione di aprire altre tre location tra seconda metà del 2022 e 2023: uno a Varese e due in Veneto, a Vicenza e Venezia, dove la contaminazione con la formula del bacaro promette nuove, innovative proposte food. “L’esperimento della fusione del cibo della tradizione giapponese e quello della città che ci ospita parte da Milano ma abbiamo intenzione di replicarlo anche nelle altre location”. Per lo sviluppo, Lingjie Wei non esclude il ricordo al franchising, la formula che in questi anni ha permesso ad altre proposte “esotiche” di espandersi a ritmi prodigiosi, Poke in testa.