California 1, McDonald’s & Co. 0: si potrebbe sintetizzare con una metafora calcistica ciò che sta accadendo dall’altra parte dell’oceano, dove il governatore dem del Golden State ha alzato per decreto il salario minimo dei lavoratori dei fast food da 15 a 22 euro, scatenando le ire delle catene di ristorazione, Big Mac in testa.
La disposizione
Gavin Newson, tra i possibili candidati democratici alla Casa Bianca nel 2024, ha firmato infatti una legge, denominata Fast Recovery Act, che riguarda circa mezzo milione di lavoratori e potrebbe portarne il salario minimo orario dai 15 dollari attuali fino a 22.
Non solo: assieme a questa misura viene creato un consiglio statale, il primo della nazione, che determinerà nuovi standard per la retribuzione, gli orari e le condizioni di lavoro nel settore.
Questa disposizione si applica peraltro agli operatori con oltre 26 dipendenti e solamente alle catene con almeno 100 sedi a livello nazionale.
“Questa azione dà ai lavoratori dei fast food una voce più forte e un posto al tavolo per stabilire salari equi e standard critici su salute e sicurezza”, ha commentato Newsom. “Sono orgoglioso di firmare la legge in occasione del Labor Day, quando rendiamo omaggio ai lavoratori che mantengono in funzione il nostro stato mentre costruiamo un’economia più forte e inclusiva per tutti i californiani”.
I big del fast food sulle barricate
Di tutt’altro avviso i big del food & beverage, che si stanno mobilitando contro il provvedimento, sostenendo che avrà l’effetto di provocare l’aumento ulteriore dei prezzi, già in forte ascesa negli USA, senza alcun beneficio reale per i lavoratori. A salire sulle barricate per primo è stato il ceo di McDonald’s USA, Joe Erlinger, che ha definito la misura “ipocrita e mal concepita”, in quanto si applica solo a chi ha più di 100 store: “Un chiaro esempio di come scegliere vincitori e perdenti, che non è il ruolo appropriato del governo”, ha tuonato il super manager. Preoccupato anche il ceo dell’International Franchise Association, Matthew Haller, secondo il quale salari più elevati potrebbero portare ad un aumento del 20% dei prezzi dei menu. A sua volta, Greg Flynn, presidente del Flynn Restaurant Group (che gestisce marchi in franchising in 44 stati degli States e possiede 105 ristoranti in California), ritiene che “non puoi far pagare abbastanza il cibo per compensare ciò che accadrà dal punto di vista del lavoro”.