Sviluppare programmi nutrizionali specifici e personalizzati per soggetti con disturbo dello spettro autistico: è questo lo scopo del progetto scientifico Foodaut sviluppato da Pellegrini in collaborazione con il laboratorio di Dietetica e nutrizione clinica dell’Università di Pavia e la fondazione Sacra Famiglia onlus.
Di cosa si tratta lo spiega direttamente Valentina Pellegrini, vice presidente del gruppo fondato da Ernesto Pellegrini: “Foodaut è un progetto pioneristico a cui siamo orgogliosi di aderire sentendo forte la responsabilità di mettere a disposizione la nostra esperienza nello sviluppo di una cultura alimentare orientata ai bisogni delle persone e dove il cibo diventa fonte di salute e benessere. L’adozione di indicazioni nutrizionali di riferimento nella ristorazione collettiva sarà un passo importante per migliorare lo stato nutrizionale di queste persone fragili che potranno disporre di menu specifici e dedicati con benefici sul loro stato di salute”.
Negli ultimi anni la comunità scientifica ha rivolto attenzione all’indagare e descrivere i comportamenti caratterizzanti i soggetti con disturbo dello spettro autistico, evidenziando la presenza di selettività alimentare, rigidità comportamentale, rituali specifici associati al pasto e paura di introdurre cibi nuovi. Spesso hanno la tendenza a preferire junk food. Di qui uno squilibrio alimentare che porta i soggetti con Asd al rischio di sviluppare sovrappeso, obesità e carenze alimentari. Per contrastare queste criticità e migliorare la loro alimentazione il laboratorio di Dietetica e nutrizione clinica dell’Università di Pavia, in collaborazione con il gruppo Pellegrini ha avviato uno studio che ha visti coinvolti gli ospiti di alcuni centri diurni disabili della Fondazione Sacra Famiglia, organizzazione non profit che da più di 125 anni accoglie e cura adulti e anziani che soffrono di complesse e gravi fragilità o disabilità fisiche e psichiche attraverso una rete di strutture e servizi in regime residenziale, diurno, ambulatoriale e domiciliare.
Lo studio, giunto alla fine della sua prima fase e della durata complessiva di un anno, ha previsto la somministrazione ai soggetti con disturbo dello spettro autistico di piatti presenti nel menu di Fondazione Sacra Famiglia e l’osservazione dei loro comportamenti, registrando su apposite schede valutative le reazioni alla vista e alla consumazione dei pasti.
“Il momento della consumazione dei pasti è un aspetto di grande importanza che necessita estrema attenzione e cura per tutti: alimentarsi in modo corretto e avere una dieta varia e sana, porta infatti a un maggior benessere”, spiega Monica Conti, direttore dei Servizi innovativi per l’autismo della Fondazione Sacra Famiglia. “E lo è ancora di più per le persone, bambini, giovani e adulti, con disturbo dello spettro autistico: la loro estrema selettività nella scelta del cibo impedisce spesso questo processo positivo e il rituale dei pasti rappresenta sovente un momento di grande difficoltà per le famiglie”.
Con il progetto Foodaut si vuole favorire da un lato il benessere di queste persone e, dall’altro, dare alle famiglie uno strumento utile ad una gestione più facile e semplice della quotidianità, anche a tavola.