In Italia, i servizi educativi non sono accessibili in modo equo per tutti i bambini: le differenze tra Nord e Sud sono sempre più evidenti, con il Sud che soffre maggiormente la mancanza di mense scolastiche, palestre e il tempo pieno. Questa disparità compromette le opportunità di crescita e sviluppo dei bambini, soprattutto nelle aree economicamente più svantaggiate.
E’ uno studio di Save the Children a lanciare l’allarme: in molte regioni del Sud e delle Isole, la dispersione scolastica resta tra le più alte in Europa. Sardegna, Sicilia e Campania sono tra le peggiori con tassi che superano il 16%. Sebbene il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prometta investimenti significativi, c’è il rischio che le disuguaglianze non vengano colmate.
Solo due bambini su cinque nella scuola primaria accedono al tempo pieno e meno della metà degli alunni delle scuole primarie e secondarie hanno accesso a una palestra o a una mensa. Le risorse del PNRR, destinate all’istruzione, non sono distribuite in modo uniforme tra le province, aggravando le difficoltà per le famiglie in condizioni di disagio socioeconomico.
L’analisi di Save the Children evidenzia che, nonostante gli investimenti del PNRR, molte province del Sud restano indietro. Le province più svantaggiate, come Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa, ricevono risorse insufficienti rispetto alle necessità, e questo si riflette anche nella scarsa accessibilità alla mensa scolastica e al tempo pieno. In queste zone, il 26,4% degli studenti proviene da famiglie a basso reddito, rispetto al 17,2% delle province più ricche.
Anche tra le province svantaggiate esistono discrepanze. Palermo, ad esempio, ha ricevuto circa 2 milioni di euro per sei interventi di miglioramento delle mense scolastiche, mentre Foggia ha ottenuto quasi 6 milioni per 18 progetti. Queste differenze accentuano ulteriormente le disuguaglianze territoriali e penalizzano i bambini delle aree più povere.
Il Ministero dell’Istruzione ha recentemente stanziato altri 515,4 milioni di euro per la costruzione e ristrutturazione di mense scolastiche, con l’obiettivo di ampliare l’offerta. Tuttavia, il tempo pieno resta un miraggio per molti studenti, con solo il 28,1% delle scuole primarie e secondarie che lo offrono. Le regioni del Sud, come Sicilia, Puglia e Molise, registrano le percentuali più basse di tempo pieno, mentre Lazio, Lombardia e Toscana sono ai vertici.
Le province dove l’accesso al tempo pieno è inferiore al 10% coincidono spesso con quelle dove la mensa scolastica è meno presente, creando un doppio svantaggio per gli studenti provenienti da famiglie povere. Al contrario, le province del Nord, come Trento e Milano, offrono servizi educativi più completi, rafforzando ulteriormente il divario territoriale.
In definitiva, le risorse stanziate finora non bastano. Serve un intervento più incisivo da parte del governo per garantire uguali opportunità educative, soprattutto nelle aree dove la scuola rappresenta l’unica speranza per il futuro dei bambini e delle loro famiglie.