L’osservazione del settore alimentare europeo è simile a quella di un grande fiume: le correnti si mescolano e le acque si confondono, creando un nuovo ecosistema dove la ristorazione e la distribuzione devono navigare insieme per sopravvivere in un mercato sempre più affollato e dinamico. Questa è il parere espresso dalla rivista specializzata Francesnacking nell’analizzare il settore alimentare europeo e le sue trasformazioni. Supermercati e ristoranti stanno modificando le loro offerte per soddisfare la crescente domanda di pasti e soluzioni “pronte da mangiare”.
Secondo un rapporto di Circana, nel 2023 gli acquisti alimentari e delle bevande in ristorazione e retail sono stati valutati in 888 miliardi di euro, con un aumento della frequenza delle visite ai ristoranti in Europa, passate da 35,2 a 51,5 milioni di visite in quattro anni. In Francia, la quota di mercato per gli acquisti di soluzioni pronte per la giornata ha raggiunto il 6,8%, evidenziando una crescita del 17,5%. I consumatori, ora più orientati alla praticità, mostrano un crescente interesse per le opzioni disponibili nei negozi di prossimità.
Nel contesto della modifica delle abitudini di consumo, i supermercati stanno diversificando la loro offerta con prodotti “pronti all’uso”, sviluppati in collaborazione con marchi famosi come Starbucks e Costa Coffee. Fast food come McDonald’s e Burger King competono non solo tra di loro, ma anche con giganti della GDO come Tesco e Mercadona, creando un panorama altamente competitivo.
Importante notare è che la ristorazione ha visto la sua quota di mercato diminuire dal 79% nel 2021 al 77% a fine giugno 2023, mentre i circuiti alternativi, come il commercio di prossimità, hanno guadagnato terreno, arrivando al 23%. Questa tendenza di spostamento della domanda verso le soluzioni rapide è alimentata dalle modifiche comportamentali post-pandemia.
La ristorazione deve quindi offrire un valore aggiunto per mantenere la propria clientela, espandendo le opzioni di vendita a distanza, di drive-through e consegne a domicilio, che attualmente in Francia rappresentano il 43% delle spese totali del settore, con un incremento del 6% rispetto ai livelli pre-pandemia.