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Un decreto che fa acqua da tutte le parti. Il correttivo al Codice degli Appalti, approvato il 23 dicembre scorso, ha solo il merito di mettere nero su bianco ciò che molti temevano: per lo Stato italiano, chi garantisce mense scolastiche, ospedali puliti e raccolta rifiuti vale meno di chi costruisce strade o palazzi. La revisione dei prezzi resta una chimera. Un errore? No, una scelta deliberata, denunciano le associazioni di categoria. E come dar loro torto. Senza una revisione seria delle norme, il settore rischia di implodere. Meno qualità, meno continuità, meno posti di lavoro. Le conseguenze? Una valanga che travolgerà cittadini e imprese. E mentre il Ministro delle Infrastrutture, si perde in proclami, il dialogo promesso con il comparto si rivela una farsa. Le regole, denunciano le associazioni, dovrebbero favorire sviluppo e innovazione, non diventare l’ennesimo cappio al collo di chi manda avanti l’Italia ogni giorno. Ma intanto il decreto correttivo viaggia verso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, portando con sé il solito retrogusto amaro di un Governo che guarda, ma non vede.

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