Skip to main content

Nutrizione consapevole, sostenibilità e inclusione culturale: il convegno “Cibo, Terra e Salute” promosso da Serenissima Ristorazione con il patrocinio della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) all’Istituto Santi Savarino di Roma ha acceso i riflettori sul ruolo educativo della mensa scolastica. Tra dati sugli sprechi, laboratori per bambini e proposte operative, l’evento si è rivelato un manifesto concreto per la formazione alimentare delle nuove generazioni


MLA

Dalla mensa alla consapevolezza, il passo è – o dovrebbe essere – breve. La mensa scolastica non è solo un luogo di nutrizione, ma uno spazio educativo e culturale. È questo il messaggio che ha attraversato l’incontro “Cibo, Terra e Salute”, tenutosi presso l’Istituto Comprensivo Santi Savarino di Roma, come evento conclusivo dell’anno scolastico. Promosso da Serenissima Ristorazione con il patrocinio della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), il convegno ha raccolto voci esperte, famiglie, docenti, studenti e istituzioni in un dialogo aperto e trasversale su tre temi chiave: qualità del cibo, sostenibilità ambientale e formazione alimentare.

Lo spreco come lente d’ingrandimento
I numeri parlano chiaro e mostrano una realtà su cui è necessario intervenire. È quanto ha evidenziato la dottoressa Lucia Cammisa, dietista e Responsabile Qualità di Serenissima Ristorazione, durante il suo intervento dedicato all’analisi degli scarti alimentari nel Municipio IX – Lotto 4. Legumi e verdure poco graditi, pesce evitato, valore del pasto scolastico sottovalutato: la fotografia emersa dalle rilevazioni descrive un’abitudine alimentare ancora fragile e un’opportunità educativa sprecata. Uno spreco che pesa non solo sul bilancio delle mense, ma anche su quello ambientale e morale, con dati allarmanti in linea con le medie nazionali: oltre 4,5 milioni di tonnellate di cibo buttato, con un incremento di quasi il 10% rispetto all’anno precedente.

Dietro ogni avanzo nel piatto si nasconde uno spreco di acqua, energia, terra e lavoro umano. Ma anche un’occasione persa per educare al rispetto delle risorse. Cammisa ha sottolineato come, in alcune giornate, gli alimenti non consumati sarebbero bastati a nutrire decine di bambini. Un dato che colpisce come un pugno e impone una riflessione collettiva. Da qui l’urgenza di proporre azioni concrete e partecipate, che trasformino la mensa in una vera palestra di cittadinanza alimentare.

Da sinistra a destra: Ivan Giannetti, Lucia Galasso, Federica Quintiero, D Lucia Cammisa, Umberto Scognamiglio, Yari Rossi

Idee che nutrono mente e corpo
Le proposte avanzate da Serenissima Ristorazione tracciano una strada nuova e inclusiva: laboratori didattici sul gusto, campagne anti-spreco con premi simbolici per le classi più virtuose, giornate tematiche per scoprire la storia e il valore culturale dei cibi. Non semplici strumenti, ma leve educative capaci di accendere nei più piccoli la scintilla della curiosità, della consapevolezza e del rispetto. Un’educazione alimentare fatta con le mani, con il gioco e con il racconto, che parla al cuore prima ancora che alla testa.

Tra gli interventi più significativi, quello di Giovanni Scognamiglio, docente dell’Università di Roma “Tor Vergata” e ricercatore del Crea-AN. Ha ricordato come la ristorazione scolastica sia un crocevia tra salute, ambiente e società, dove la qualità delle materie prime – meglio se locali, stagionali e sostenibili – rappresenta la base per un menù sano e inclusivo. Un approccio olistico, che mette al centro l’agro-biodiversità e l’agricoltura sociale, strumenti preziosi per costruire comunità alimentari più eque e resilienti.

Una filiera da raccontare per equilibrio e piacere nel piatto
Scognamiglio ha insistito sull’urgenza di sviluppare politiche alimentari capaci di valorizzare l’intera filiera, dalla terra alla tavola. Non si tratta solo di scegliere cibi sani, ma di comprendere le storie che portano con sé: il lavoro degli agricoltori, la ricchezza dei territori, il sapere delle tradizioni. In questo racconto collettivo, la scuola può giocare un ruolo chiave, diventando uno spazio di educazione civica dove il cibo si trasforma in racconto e relazione.

A completare il quadro, l’intervento di Federica Quintiero, dietista e membro SINU, che ha illustrato con rigore scientifico l’applicazione dei LARN – i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti – nelle diverse età scolari. Ha mostrato come la piramide mediterranea possa essere modulata per costruire pasti equilibrati ma anche appetibili, capaci di incontrare gusti e culture diverse. Una mensa che nutre ma non annoia, che educa senza imporre, che accoglie invece di escludere.

Benessere e cultura a tavola
Yari Rossi ha posto l’accento sulla connessione tra alimentazione, attività fisica e benessere psicofisico. Ha denunciato la scarsa attenzione dedicata alle merende scolastiche, troppo spesso occasione di consumo inconsapevole e sbilanciato. Una riflessione preziosa, che invita a guardare oltre il pranzo in mensa per abbracciare tutta la giornata alimentare del bambino, con strategie semplici ma efficaci per educare anche nei momenti più informali.

A chiudere l’evento, l’intervento coinvolgente dell’antropologa Lucia Galasso, che ha raccontato il cibo come linguaggio universale, ponte tra culture, generazioni e storie. Ha sostenuto con forza che educare al cibo significa anche insegnare rispetto, accoglienza, dialogo. E che ogni piatto, se raccontato con cura, può diventare occasione per imparare qualcosa su di sé e sugli altri. Il cibo, dunque, come strumento di pace quotidiana, come grammatica dell’empatia

Piccoli chef crescono
Parallelamente al convegno, il cortile della scuola si è trasformato in un colorato laboratorio a cielo aperto. Bambini impegnati in giochi didattici, laboratori sulla biodiversità, concorsi culinari, esposizioni di stoviglie biodegradabili e mercatini solidali con prodotti a km 0. Un modo gioioso e concreto per toccare con mano i temi discussi in aula, rendendo la sostenibilità un’esperienza tangibile, fatta di sapori, colori e gesti condivisi.

Con questo evento, Serenissima Ristorazione conferma la propria vocazione a una ristorazione scolastica di qualità, orientata alla salute, alla sostenibilità e alla crescita dei più giovani. Non un semplice servizio, ma un progetto educativo diffuso, che coinvolge famiglie, istituzioni e territori. Perché il futuro si costruisce anche così: un pasto alla volta.


Highlights

All’Istituto Santi Savarino di Roma, un convegno multidisciplinare ha acceso i riflettori sul valore educativo del pasto scolastico.

Legumi e verdure restano nel piatto: l’analisi degli scarti alimentari nelle scuole romane rivela un’emergenza da affrontare con urgenza.

Ogni pasto sprecato è un’occasione persa: tra dati e riflessioni etiche, l’intervento di Lucia Cammisa scuote le coscienze.

Laboratori, premi anti-spreco e giornate tematiche: le proposte di Serenissima per una mensa più partecipata e sostenibile.

Il Prof. Scognamiglio rilancia il ruolo della ristorazione collettiva come crocevia tra salute, ambiente e cultura.

Filiere locali e agro-biodiversità: il menù scolastico diventa un racconto della terra e dei suoi protagonisti.

Giovanni Scognamiglio mostra come i LARN possano guidare menù equilibrati e inclusivi, su misura per ogni fascia d’età.

Merende sbilanciate e poca attività fisica: Yari Rossi invita a una riflessione più ampia sul benessere scolastico.

L’antropologa Lucia Galasso svela il cibo come strumento di inclusione, dialogo e scoperta interculturale.

Tra giochi, mercatini e laboratori, l’evento si è trasformato in una festa del gusto e della sostenibilità per i più piccoli.

css.php