La ristorazione sul terzo gradino del podio nella classifica delle insegne italiane che aprono all’estero. Lo dice l’osservatorio Confimprese, che nell’analisi relativa al 2018 ha registrato un incremento del 30% delle aperture di retailer tricolori oltreconfine nei settori moda, immobiliare e food.
Per la precisione, le opening sono state 365 rispetto alle 270 dell’anno precedente. Di queste, 128 sono riferibili a catene del fashion, 110 del real estate e 67 della ristorazione.
Tra i gruppi italiani più attivi all’estero, da segnalare Cigierre, La Piadineria, Cioccolatitaliani, Grom, illycaffè, Ottolina e 101Caffè.
Tra le aree di destinazione è l’Europa – con Francia, Spagna e numerosi Paesi dell’Est quali Romania, Croazia, Ungheria e Cecoslovacchia – ad avere il predominio. Fuori dai confini del Vecchio Continente invece si segnalano Emirati Arabi, Bahrein, Cuba e Messico.
Secondo Mario Resca, presidente Confimprese, una delle ragioni del boom di insegne oltreconfine è la crisi del mercato nazionale, cui si sommano le preoccupazioni legate al ddl sulle chiusure degli esercizi commerciali di domenica, attualmente in discussione alla X Commissione attività produttive.
Uno “spauracchio” che già quest’anno, secondo il massimo rappresentante della confederazione, ha causato in Italia un calo del 20% nelle aperture di nuovi negozi, spingendo molte imprese a guardare all’estero, dove cresce l’interesse per i prodotti iconici del made in Italy.