Undici euro di risarcimento per ogni bambino che nell’ultimo anno ha mangiato nelle mense delle scuole comunali di Bologna? Ai genitori la decisione dell’amministrazione della Città delle Due Torri non basta.
Ma qual è l’oggetto del contendere? Ebbene, i tecnici dell’ente hanno appurato di aver incassato, per l’anno scolastico 2013-2014, circa 225mila euro in più rispetto ai costi effettivi del servizio di refezione. Di conseguenza, Palazzo d’Accursio ha deciso di restituire ai genitori dei 20mila bambini che ne usufruiscono quanto indebitamente incassato a causa di errori di rilevazione del sistema di gestione dei pasti delle scuole pubbliche.
Ma per mamme e papà dell’Osservatorio mense non è sufficiente, e l’organo di controllo chiede ben altre cifre: fino a 300 euro a bambino, somma cui si arriva considerando un presunto aggravio a pasto di circa un euro e mezzo, il che corrisponderebbe a un introito non dovuto, incassato dal Comune, pari a 2 milioni e mezzo di euro. Soldi che adesso, sostengono i genitori, vanno restituiti. Difficile individuare la causa del pasticcio, ma alcuni puntano il dito (anche) contro la prassi (palese o sottotraccia) di far pesare sulle tasche delle famiglie i costi per i pasti del corpo docente. Tra tanti dubbi e controversie una certezza comunque c’è: quella del rimborso, che verrà effettuato con una restituzione sui bollettini di settembre.