Dopo le due gare andate deserte nei mesi scorsi per l’affidamento dei servizi di ristorazione nel sito di Expo 2015, con il parere favorevole dell’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone la trattativa privata aperta nelle ultime settimane si è chiusa con la scelta di CIR food.
Sarà dunque la cooperativa emiliana a servire i pasti in 20 punti di ristoro da realizzare da qui al 1° maggio, data di apertura dell’esposizione universale: 3 all’interno di Cascina Triulzia e i restanti nelle “architetture di servizio”, le costruzioni in legno realizzate lungo l’asse principale del sito, il cosiddetto “decumano”.
A presentare l’esito della lunga gestazione il commissario unico dell’evento, Giuseppe Sala, in una affollata conferenza stampa presso l’Expo Gate costruito (tra le polemiche) davanti al Castello Sforzesco di Milano, cui hanno partecipato anche Piero Galli, direttore generale Divisione gestione evento per Expo 2015 e, in rappresentanza di CIR food, la presidente Chiara Nasi e il direttore commerciale e marketing Giuliano Gallini.
Contrariamente a quanto previsto nei bandi di gara conclusi senza aggiudicazioni, Expo darà un contributo di 7 milioni e 750 mila euro per la realizzazione dei punti di ristoro previsti dall’accordo. Soldi che conta di recuperare attraverso le royalty (a crescere dal 14 al 21% a seconda dell’andamento delle vendite nel corso della manifestazione) derivanti dai pasti consumati: sono 7 milioni, per un costo medio unitario di 8 euro, quelli che CIR prevede di preparare e vendere nei sei mesi di Expo, il 25% di quelli complessivamente previsti.
Quattro i nuovi format realizzati per l’occasione dall’azienda di Reggio Emilia: Tracce – Alla scoperta dei sapori per l’offerta self service, ViaVai e Let’s toast per il quick service, Chiccotosto per il segmento caffetteria e snack.
“Una giornata positiva, la degna conclusione di un percorso iniziato a febbraio”: così Giuseppe Sala a commento dell’intesa sottoscritta. “Quando facciamo i sopralluoghi settimanali sul cantiere, immaginiamo già quale sarà l’impatto sul visitatore”. Per il quale, i tecnici prevedono una permanenza media di 6 ore e mezza nel sito espositivo, “il che ci consente di ipotizzare che debba concedersi almeno una consumazione in questo lasso di tempo”, ha sottolineato Piero Galli. Per poi aggiungere: “Saranno dunque 27 i milioni gli scontrini staccati complessivamente. Considerando che si tratta di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, occorreva prevedere tipologie di offerta che incontrassero i gusti e le esigenze più varie, tenendo conto al contempo di allergie e intolleranze”.
Necessità cui CIR food promette dare puntuale riscontro, forte di “una esperienza nella ristorazione commerciale e in concessione derivante da 111 punti di servizio attivi in tutta Italia, che danno lavoro a migliaia di persone”, ha spiegato Gallini. Di queste, alcune centinaia verranno spostate nei ristoranti del sito milanese, andando ad affiancare numerosi nuovi collaboratori che gravitano nell’area, selezionati per l’occasione, portando a circa 450 le maestranze occupate complessivamente.
“Il tema di Expo, ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’, è il nostro”, ha spiegato Chiara Nasi, perché servire pasti a grandi collettività è appunto ciò che prevede il mestiere che facciamo”. Un compito che non è scindibile dal desiderio di approfittare dell’occasione per esaltare, anche agli occhi di turisti provenienti da tutto il mondo, un modello culturale applicato alla ristorazione che contempla “italianità, tradizione, qualità e sostenibilità: gli elementi irrinunciabili di quella tradizione innovativa che sarà alla base del nostro lavoro”.