Il bando di servizio per la ristorazione negli ospedali siciliani è poco trasparente, ed è dunque da rifare. Lo ha stabilito il Consiglio di Giustizia Amministrativa ribaltando la decisione del Tar, sospendendo in via cautelare la gara bandita lo scorso giugno dalla Centrale unica di committenza della Regione. Si tratta di un mega appalto da dodici lotti con una base d’asta di 156 milioni di euro.
Il Cga ha accolto il ricorso di una società cooperativa e, nell’ordinanza, il giudice estensore ha sottolineato l’esigenza che “le condizioni e le modalità della procedura di aggiudicazione siano formulate in maniera chiara, precisa ed univoca, sia con riferimento al costo del personale ed alle dotazioni di funzionanti cucine presso le singole strutture, sia con l’esatta descrizione dei criteri di aggiudicazione, compresa la rilevanza da assegnare agli importi unitari per le singole voci (colazione, pranzo, cena, cestino, merenda e pasto mensa), così da permettere una consapevole partecipazione a tutti gli offerenti e rendere trasparente e comprensibile il conseguente operare della autorità aggiudicatrice”.
Nel bando della regione Sicilia, a detta dei giudici, ci sono parecchie insidie che impediscono “di presentare offerte che siano adeguatamente ponderate”.