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Blooming Group apre la nuova sede torinese e offre una panoramica sullo sviluppo del retail nei prossimi anni, specie in ambito f&b. L’azienda, nata nel 2017, specializzata in creazione, ampliamento e gestione di reti di punti vendita per brand retail, prevalentemente in ambito ristorativo, oggi conta 35 punti vendita, di 7 diversi brand, con 500 persone impiegate e un fatturato annuo attorno ai 34 milioni.

Il portfolio
Partita dalla gestione di un ristorante Burger King, i negozi gestiti da Blooming si trovano attualmente in Piemonte, Lombardia, Liguria e Veneto: 18 sono proprio locali a marchio Burger King, di cui la società è quindi master franchisee, seguono 8 store Befed e, con un locale ciascuno, ristoranti con i marchi Rossopomodoro, Alice Pizza, Pomodoro e Il Barbiere. Nel portfolio del gruppo piemontese ci sono poi due insegne proprietarie, Barotto e Lab, entrambe a Torino.

La filosofia
La filosofia voluta dai fondatori, Davide Canavesio, Barbara Graffino, Maurizio Cimmino, è fortemente orientata ai valori ESG – Environment, Social, Governance, e ha prodotto il primo Bilancio di sostenibilità presentato il 5 giugno, in concomitanza con l’inaugurazione della nuova sede di Torino, sottolineando l’impegno a diventare un punto di riferimento per la sostenibilità nel settore retail. La nuova sede nel quartiere Vanchiglietta di Torino si trova, per scelta, in un contesto condiviso e dinamico, accanto ad un co-working e ad un centro formazione di Cartier.

Il retail
Durante l’opening, questi concetti si sono tradotti in affermazioni molto chiare: retail è presidio del territorio, il retail può e deve diventare “industriale” ma non deve mai perdere attenzione alle comunità locali. Come testimonia la recente apertura di un locale Befed all’interno dell’Ecomuseo del Freidano di Settimo Torinese. Che, tra l’altro, ha consentito il reimpiego del personale impiegato in una precedente attività. Davide Canavesio, Ceo di Blooming, tracciando la storia della società ha evidenziato come la visione sia a lungo termine: il patto parasociale impegna i soci ad un lock-up di 10 anni e prevede, ad oggi, già diversi milioni pronti ad essere investiti. Barbara Graffino, VP esecutiva, ha invece illustrato il nuovissimo bilancio di sostenibilità evidenziando, tra i vari aspetti, che il 63% dei collaboratori siano donne. I collaboratori provengono da oltre 30 nazionalità diverse, con un totale di 55% di collaboratori italiani e 45% stranieri.

Le sfide
Una delle sfide più importanti che Blooming si troverà ad affrontare, per assecondare la crescita sarà la formazione. Ed è in previsione l’apertura di una academy. Interessante anche il coinvolgimento di persone con disabilità o appartenenti a categorie protette come ha raccontato Silvia Gallino della Cooperativa Orso.

La crescita
A proposito di crescita, all’evento erano presenti anche Marco Montermini, responsabile Corporate Region Nord Ovest Unicredit e Paola Rusconi, direttore Area Imprese Torino e provincia Intesa Sanpaolo che hanno testimoniato l’intenzione di continuare a sostenere lo sviluppo delle attività retail della società. Interessante anche l’intervento di Marco Gay, presidente dello steering committee Blooming, che ha evidenziato come il retail sia spesso considerato un “mondo bistrattato”. Blooming dimostra il contrario perché ha saputo assurgere a “competence center” del retail, costruito sabaudamente (avverbio che ci è molto piaciuto, ndr), passo dopo passo. Insomma: la crescita si può costruire a patto che, prima di sviluppare, si sviluppi un forte confronto sull’impatto che i brand possono apportare, da ogni punto di vista e verso tutti gli stakeholder.

La politica
Infine, a testimoniare l’impatto delle attività di Blooming, va registrato il forte supporto della politica locale, all’evento erano presenti Elena Chiorino, assessora al Lavoro della Regione Piemonte; Stefano Lo Russo, sindaco della Città di Torino; Elena Piastra, sindaca della Città di Settimo Torinese.

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