Non solo Venezia con le sue isole, i canali navigabili e i palazzi da fiaba al matrimonio in mondovisione tra l’attore di Hollywood George Clooney e l’avvocatessa Amal Alamuddin.
C’era anche un pizzico di un’altra città italiana, famosa in tutto il mondo per la sua torre pendente. È stata infatti la pisana Federico Salza Catering ad allestire i banchetti nuziali della tre giorni organizzata in Laguna per celebrare in pompa magna (e a favore dei mass media, passaggio obbligato per il divo che pare intenzionato a fare un altro grande passo, stavolta per, come si direbbe in Italia, scendere in politica…) le nozze della stella americana con la professionista anglo-libanese (bella, glamour, impegnata, tra le cento avvocatesse più influenti del pianeta e di origini mediorientali: un mix perfetto per la moglie di un politico democratico che punta a ricalcare le orme di un altro attore prestato nientepopodimenoche alla presidenza degli Stati Uniti, Ronald Reagan, sceso dai cavalli dei film western per sedere dietro la scrivania dello Studio Ovale della Casa Bianca, dopo le elezioni del 1980).
Impresa non facile – tra misure di sicurezza defatiganti, chiusure alla navigazione, inseguimenti, teleobiettivi e paparazzi dai quattro angoli dell’orbe terracqueo – quella di rifocillare per tre giorni gli illustri ospiti della coppia (dalla cerimonia privata con vista su Canal Grande sabato sera di fronte a 200 invitati all’Aman Resort, officiata da Walter Veltroni, fino al brunch di domenica al Cipriani, prima della registrazione ufficiale dell’unione avvenuta ieri a Cà Farsetti, sede del Comune).
Compito assolto tuttavia da par suo, con generale soddisfazione, dalla storica azienda di catering fondata a Torino nel 1898 da Silvio Salza, poi trasferita nel 1927 a Pisa dal figlio Federico che, quattro anni dopo, otteneva per la “Ditta Salza” il “brevetto della Real Casa”: fornitore ufficiale dei Savoia, insomma. Diventato nel tempo uno degli operatori leader nel mercato italiano (e non solo) del catering e del banqueting, oggi, sotto la guida delle nipoti del fondatore, Virginia e Federica, l’occasione di una pubblicità con eco globale per l’azienda. Che, nondimeno, mantiene il massimo riserbo sul menu servito per il matrimonio (almeno mediatico) dell’anno.