Si chiama Arby’s la catena di fast food che sta conquistando gli States. Sconosciuta in Europa, in patria da 20 trimestre ha numeri in crescita. Nel terzo periodo fiscale del 2015 in particolare, gli incassi sono cresciuti del 9,6%: rispetto ai competitor attivi nel quick service, Arby’s registra dati migliori del 7,4%, ma mantenendo un basso profilo rispetto ai giganti conosciuti in tutto il mondo: da McDonald’s a Burger King, fino ai marchi di Yum! Brands.
Nata nel 1964 a Boardman, cittadina dell’Ohio per iniziativa dei fratelli Forrest e Leroy Raffel, fin dalle origini si basa sulla convinzione che il mercato del fast food non poteva limitarsi agli hamburger. L’offerta di Arby’s è infatti basata su sandwich, patatine e bibite, cui si sono aggiunti nel tempo bistecche, roast beef, bacon, tacchino e altre varianti, comprese specialità deli, insalate e le “curly fries”, le patate fritte ricurve e arricciate.
Acquisita da Roark Capital Group per l’81,5% del capitale (il restante 18,5% fa capo alla catena Wendy’s), oggi il brand conta 3.400 locali tra Usa, Canada, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Il successo del marchio arriva da lontano, precorrendo i tempi: nel 1991 Arby’s è stata la prima catena a introdurre i menu light, e a proibire di fumare tre anni dopo.
Per la compagnia con sede a Sandy Spring, Georgia, sono previste 60 nuove aperture in tutti gli Stati Uniti a entro la fine del 2015, il doppio rispetto all’anno prima.