Con 134 miliardi di euro di giro d’affari nel 2017 (erano 132 l’anno scorso), l’industria del cibo è sempre più motore del Paese. Secondo Federalimentare il fatturato complessivo del settore aumenterà dell’1,5% quest’anno, mentre per le esportazioni la previsione è di un exploit del 5%, pari a 31,6 miliardi di euro (erano 30,1 nel 2016), con un saldo commerciale in attivo di 10,9 miliardi di euro (+1,5%). I consumi alimentari a loro volta raggiungeranno quota 231 miliardi di euro, in aumento dello 0,3% rispetto al 2016.
Alla luce di questi numeri, appare chiaro come siano proprio le esportazioni a fare da volano al comparto, grazie a un trend costante e inarrestabile: fatto 100 il dato del 2000, secondo le elaborazioni del centro studi di Federalimentare su dati Istat, l’export del comparto agroalimentare nel periodo 2000-2016, nel confronto con quello totale dell’industria italiana, è progredito del 144,5% contro il 59,3%. Una differenza dell’85,2% nel periodo analizzato. Se la comparazione si limita al decennio 2007-2016, il segmento agroalimentare ha conosciuto un incremento del 66,1% contro un totale del settore industria del 15,7%, con un differenziale in questo caso del 50,4%.
Morale: mentre la produzione industriale italiana è nel complesso a un livello di circa 20 punti percentuali inferiore rispetto a quindici anni fa, quella dell’agroalimentare è cresciuta di oltre 5 punti.