Sono i centri commerciali classificati da A (minimo 6 milioni di visitatori all’anno) a tripla A (da 12 milioni in su) quelli destinati al successo nel mare in tempesta del commercio ai tempi dell’e-commerce e delle (paventate) chiusure domenicali. Il dato emerge dall’annuale Osservatorio Confimprese-Reno, secondo cui sono 1.158 le grandi strutture di vendita aperte in Italia ad oggi, tra cui 948 centri commerciali, 180 retail park, 30 factory outlet centre.
Da qui al 2022 l’Osservatorio delinea un quadro dinamico con 79 nuovi progetti in pipeline, 38 dei quali mall, considerando anche gli ampliamenti. In dettaglio, nel 2019 Reno prevede 15 progetti in apertura, dei quali però a bene vedere 8 sono ampliamenti, 6 strutture nuove e una riapertura. Nel 2020 invece i progetti complessivi sono 9 tra 6 nuovi centri e 3 ampliamenti. Ergo, nel quadriennio 2018-2022, sono 15 gli ampliamenti previsti su 38 progetti che riguardano i CC.
A riprova invece dello stato di salute della formula retail park, a settembre 2018 nel database Reno erano presenti complessivamente 180 siti rispetto ai 172 del 2017. Di più: sono 14 i parchi commerciali nuovi previsti nel 2019 (su un totale di 29 progetti), 10 nel 2020 (su un totale di 21 progetti), 6 nel 2021 e 13 nel 2022.
Sul fronte chiusure invece, nell’arco degli ultimi 3 anni hanno abbassato le saracinesche 10 strutture, tutte nei rating bassi (BB-B-C), e il 7% dei centri tripla B (con 25-80 negozi e tra 3,5 a 5,5 milioni di visitatori all’anno) non riesce a mantenere il traffico e perde terreno. Insomma: i centri di medio e alto livello tengono botta compensando le chiusure dei piccoli. Non per nulla sui 38 progetti di mall previsti fino al 2022, ben 17 vanno da A a tripla AAA e 3 sono tripla A.
Tra i grandi progetti sovraregionali in dirittura d’arrivo, Westfield Milano e il nuovo Auchan di Cinisello Balsamo (Bettola), tra il capoluogo lombardo e Monza.
Al di là dei numeri e degli scenari, non mancano i problemi, tra cui spicca la riduzione progressiva della popolazione a reddito lavorativo fisso, con conseguente calo dei consumi, cui fa da contraltare la concorrenza dell’e-commerce, che peraltro in Italia assorbe “solo” il 5,7% delle vendite totali al dettaglio nel 2017. Senza contare i rischi connessi alle chiusure domenicali che la componente pentastellata del Governo, per bocca del vicepremier Luigi Di Maio, intende approvare rapidamente, prima della fine dell’anno.