Il Tar del Lazio ha annullato il bando di gara per l’affidamento del servizio mensa nelle caserme dell’Arma dei Carabinieri, regionali e nazionali. Si tratta di una commessa milionaria suddivisa in due soli lotti di circa 22 milioni di euro – rinnovabili fino a un valore di circa 70 – ognuno, aggiudicati ad altrettante aziende.
E proprio questo aspetto non ha convinto i giudici amministrativi del tribunale, che hanno accolto il ricorso presentato da una delle ditte battute, annullando la gara.
Infatti, la lex specialis prevedeva che le imprese partecipanti al bando dovessero aver realizzato, relativamente agli anni 2015 – 2017, fatturato pari, nella media, ad almeno 1,5 il valore annuo di ciascun lotto. Per la ricorrente, tale procedura risulterebbe contraria all’art. 51 cit, secondo cui, “al fine di favorire l’accesso delle microimprese, piccole e medie imprese, le stazioni appaltanti suddividono gli appalti in lotti funzionali… Nel caso di suddivisione in lotti, il relativo valore deve essere adeguato in modo da garantire l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle micro, piccole e medie imprese”, nel rispetto della direttiva europea 24 del 2014.
Secondo il Tar, invece, la PA ha predisposto e pubblicato la gara senza motivare le ragioni per cui ha provveduto alla concentrazione dell’offerta, considerando che ciò non consegue alla natura dell’appalto, che si riferisce al confezionamento ed alla distribuzione dei pasti per i diversi reparti dell’Arma, caratterizzati da una pluralità di centri cottura e distribuzione sul territorio nazionale.