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bkIl taglio delle spese premia Burger King: il primo trimestre dell’anno si è chiuso con un incremento dell’utile del 69%. Nell’arco di un anno, i profitti della catena di fast food sono passati da 35,8 milioni di dollari a 60,4 milioni. Per quanto riguarda i ricavi per azione, benché siano state disattese le aspettative dei 19 centesimi di dollaro, l’aumento è stato significativo: dai 10 centesimi del 2013 si è arrivati a 17 nel 2014.

Come detto, decisiva per le fortune del brand Usa è stata la riduzione dei costi (- 86%), scesi a 15,5 milioni di dollari, cui peraltro corrisponde l’abbassamento dei ricavi del 26%. Nonostante ciò, le vendite negli Stati Uniti e in Canada hanno messo a segno un aumento dello 0,1% per quanto riguarda i locali aperti da almeno 12 mesi. Un risultato assolutamente positivo se confrontato con quello presentato da McDonald’s su tutto il mercato mondiale (-1,7%) nello stesso periodo. Non sono ancora stati diffusi, invece, i dati dell’altro competitor americano, Wendy’s.

Intanto, nel resto del mondo BK ha incrementato le vendite del 4-5% e intende mettere in atto un piano di espansione. In particolare, sono previste nuove aperture in Sud Africa e nei Paesi vicini, unitamente a progetti di joint venture in Francia e in India.

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