Si eleva a 7 euro il tetto defiscalizzato e decontribuito del buono pasto elettronico. È questo il portato dell’emendamento alla legge di Stabilità approvato dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
Presentato dal democratico Marco Causi e sottoscritto da tutti i deputati Pd, è stato fatto proprio, in pratica, dal Governo e riformulato dal Ministero dell’Economia, sotto la regia di Pierpaolo Baretta, sottosegretario al dicastero di via XX settembre.
L’incremento di 1,71 euro rispetto al valore precedente di 5,29, fermo da 15 anni, “è una conquista importante per tutta l’economia, che può realmente contribuire a rilanciare i consumi, creando effetti positivi sul potere d’acquisto delle famiglie e maggior efficienza e trasparenza del servizio” ha commenta Sergio Satriano, managing director di Sodexo Benefits&Rewards Service, uno dei principali operatori del mercato dei buoni pasto.
Concretamente, infatti, si tratta di circa 34 euro in più a mese di reddito netto disponibile per ogni lavoratore, che potrà essere usato per la spesa alimentare.
Ma non solo: “L’approvazione relativa al buono pasto elettronico pone le basi per una fondamentale digitalizzazione del mercato in grado di rendere il servizio ancor più sicuro e efficiente per tutti gli attori coinvolti. Per questo Sodexo è da sempre in prima linea per promuovere e sostenere questo trend innovativo”, ha aggiunto il manger.
In uno studio realizzato da Sodexo e Università Bocconi di Milano sono stati calcolati gli effetti di ammortizzatore della crisi del sistema dei buono pasto, che già garantisce al lavoratore, su un buono da 5,29, un potere d’acquisto superiore del 1,7%. Ora, con l’approvazione della norma che porta a 7 euro la deducibilità per quelli elettronici, l’incidenza del valore del sostituto di mensa sul reddito disponibile dei dipendenti passa dal 6,6% al 9%, e nel Mezzogiorno è addirittura superiore al 10%.
Quello del buono pasto è benefit efficace che consente una serie evidente di vantaggi sia all’azienda, sia all’utilizzatore: “Aumenta il salario netto, non grava sull’imponibile e per l’azienda ed è deducibile al 100%. Nonostante questo ha ancora un indice di penetrazione basso rispetto al suo potenziale: circa 20% sul totale mercato”, ha concluso Satriano.