Nel terzo trimestre del 2015 McDonald’s ha smentito le attese negative su utile e fatturato: a consentire l’inversione di tendenza dopo un lungo periodo di contrazione sono i risultati delle vendite comparate negli Stati Uniti, relative cioè ai ristoranti aperti da almeno un anno, per la prima volta in crescita da due anni in qua: +0,9%, contro il -0,2% previsto.
Nei tre mesi considerati, il colosso del panino espresso ha riportato un utile di 1,31 miliardi, 1,40 dollari per azione, in rialzo dagli 1,07 miliardi, 1,09 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Il fatturato è calato del 5,3% a 6,62 miliardi, ma sarebbe risultato in crescita del 7% al netto dell’impatto delle fluttuazioni valutarie. I risultati sono anche qui superiori alle previsioni: gli analisti attendevano un utile di 1,27 dollari per azione, su vendite per 6,41 miliardi. Infine, le vendite comparate sono salite del 4% a livello globale, contro il +1,9% ipotizzato.
Sta quindi portando i suoi frutti la strategia di contrasto alla crisi che attanaglia il gigante di Oak Brook, partendo proprio dal mercato domestico: tra le altre, vanno sottolineate l’offerta del menu colazione tutto il giorno, la maggiore autonomia concessa alle divisioni regionali di proporre propri prodotti e studiare campagne pubblicitarie che puntano su qualità e freschezza degli ingredienti. Un po’ come avviene in Italia, dove grazie all’italianità delle materie prime e alla qualità delle proposte speciali, McDonald’s continua nel suo programma di sviluppo e nuove aperture.