Con 48,7 milioni di ettolitri, l’Italia ha conquistato anche nel 2016 il primato mondiale nella produzione di vino, davanti ai cugini francesi. Nello stesso anno il fatturato del comparto vino e spumanti è progredito del 3%, raggiungendo il valore record di oltre 10,1 miliardi di euro.
Numeri da primato anche per l’export, che ha toccato i 5,6 miliardi, con una crescita del 4%. Segno più anche per le vendite sul fronte domestico, grazie al traino della grande distribuzione organizzata (+1%).
Sono questi i dati emersi da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly di Verona.
A trascinare le esportazioni le performance registrate negli Usa, +6%, in Germania, +2%, e nel Regno Unito, con analoga percentuale di crescita.
Proprio dal primo mercato per il nostro export arrivano però segnali preoccupanti, a causa delle misure protezionistiche a favore della produzione locale ventilate dal nuovo presidente Donald Trump. Con 22,5 milioni di ettolitri gli Stati Uniti sono il quarto produttore mondiale di vino, dopo Italia, Francia e Spagna. Del resto, il vigore del mercato a stelle e strisce è testimoniato dai numeri del consumo: con 30,1 milioni di ettolitri, proprio gli Usa hanno conquistato nel 2016 il primato mondiale, con l’Italia, primo fornitore, che realizza ben un quarto (24%) del fatturato all’estero negli stati dell’Unione.
Occorrerà comunque puntare sempre più sui mercati emergenti, a partire dalla Cina, dove l’aumento del 13% nell’ultimo anno fa ben sperare. Anche la Francia ha visto crescere l’acquisto di vino italiano del 9%, collocandosi al sesto posto tra i maggiori importatori, a conferma del livello di qualità raggiunto dal prodotto italiano.
È lo spumante il re dell’export: con un aumento del 21%, ha raggiunto il record di 1,2 miliardi di euro. Prosecco, Asti, Trento Doc e Franciacorta sono i marchi preferiti, che sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese, come dimostra la crescita del 54% dell’export proprio in Francia. Regno Unito (con circa 366 milioni di euro e un incremento del 33% nel 2016) e Stati Uniti (con circa 255 milioni e un aumento del 31% in valore) i mercati più importanti per le nostre esportazioni di bollicine.