Un miliardo di fatturato andato in fumo nel 2020 e 60mia persone (85% di personale femminile) che rischiano il posto di lavoro per colpa dello smart working. Su questi due elementi ha fatto leva l’intervento di Massimiliano Fabbro presidente di Anir Confindustria che nell’ambito di una recente conferenza stampa svoltasi presso la Camera dei Deputati, ha chiesto a gran voce l’apertura di un tavolo parlamentare (su cui l’adesione è bipartisan..) e un tavolo governativo da cui far nascere una serie di azioni di sostegno al settore.
“Siamo un’industria organizzata, spiega Fabbro, che opera nel massimo del rigore per un fatturato di 6 miliardi di euro e 250mila operatori se si considera l’intera filiera. E mentre i normali ristoranti torneranno a lavorare a fine pandemia, per noi niente sarà più come prima: per questo chiediamo misure strutturali che consentano di non cancellare imprese e indotto, e questo attraverso la decontribuzione del lavoro e un intervento legislativo che renda obbligatorio quanto espresso dall’Anac in suo recente parere, aprendo alla rinegoziazione dei contratti d’appalto le cui modalità di esecuzione e costi sono cambiati per effetto della pandemia. E per questa ragione vanno ridiscussi con i committenti».
Ponte a raccogliere l’appello dell’Anir le forze politiche presenti alla conferenza stampa rappresentate da Raffaele Nevi (Forza Italia), Franco Mirabelli (Pd) e Marco Osnato (Fdl).
Anir invoca misure tempestive e strutturali a sostegno della collettiva
Share This
Previous Article